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Buoni pasto: tutti, negli anni ‘90, abbiamo avuto un amico che ci invitava a pranzo fuori con quelli dei genitori. Seguiva sguardo ammirato, e un unico pensiero si impossessava di noi: “Devo trovare anche io un lavoro che mi garantisca il pranzo gratis!”.
Ma tralasciando i ricordi d’infanzia, sappiamo tutti che i buoni pasto, elettronici o non, sono uno di quei fringe benefit in grado di migliorare la vita lavorativa dei dipendenti, nonché un potentissimo strumento di welfare aziendale. Ma come funziona la normativa dei buoni pasto per le aziende? In questo articolo risponderemo a questa ed altre domande!
Maggiore è il valore del buono, maggiore è la performance del dipendente? Forse no, ma l’idea di poter scegliere tra pokerie e ristoranti di livello, o poter prendere direttamente al supermercato l’occorrente per prepararsi un pranzo da sogno in casa, senza preoccuparsi del pagamento, dimenticando i contenitori nella credenza di casa, è piuttosto attraente per tutti i dipendenti.
La normativa
Esiste una normativa riguardo ai ticket per il pasto? Certamente, i buoni pasto rientrano in una legislazione specifica, che si è modificata più volte negli anni. Partiamo con una definizione: il buono pasto è un documento di legittimazione che permette al titolare di avere diritto a un servizio sostitutivo di mensa per un importo pari al valore facciale del buono presso gli esercizi convenzionati con la società emettitrice del documento.
Aggiungiamo inoltre che non concorre alla definizione del reddito del dipendente, e che su di essi viene applicata un’aliquota IVA pari al 4%, che è totalmente detraibile. Un’altra informazione indispensabile, è che non sono in alcun caso cedibili, e possono essere utilizzati solo per spese che riguardino gli alimenti, per una cumulazione massima di 8 buoni pasto alla volta.
Il più classico dei benefit aziendali, certamente. Ma anche un settore interessato – negli ultimi anni – da un profondo rinnovamento. La digitalizzazione ha investito anche questo ambito, iniziando a spazzare via i ticket cartacei, e favorendo la nascita di opzioni digitali di grande vantaggio per i dipendenti e le aziende. Fatto consacrato dalla Legge di Bilancio 2020, che ha posto un tassello fondamentale nell’innovazione dei buoni pasto.
Con quest’ultima manovra, infatti, è stato stabilito che il digitale vince sul cartaceo, in termini economici: dal 1 gennaio 2020, la deducibilità del buono pasto elettronico aumenta da €7.00 a €8.00 e diminuisce quella per il cartaceo da €5.29 a €4.00. Una scelta orientata alla sostenibilità, cui si aggiunge un vantaggio fiscale non trascurabile.
Smart working e pausa pranzo
Ma con una percentuale elevatissima di lavoratori in smart working, dal 23 Febbraio, la situazione italiana è cambiata. Mentre varie categorie di dipendenti si apprestavano ad allestire uffici casalinghi, la pausa pranzo si riduceva ad essere consumata nella propria abitazione, spesso davanti a un pc.
L’idea di condividere la pausa pranzo, magari su Zoom, non rappresenta sicuramente una soluzione continuativa, per tenere alto il morale del team. Quello che potrebbe invece fare la differenza, è la possibilità di utilizzare i buoni pasto per i servizi a domicilio, supermercati e gastronomie locali, mensa diffusa, oppure l’opzione di prenotare spazi all’interno di ristoranti convenzionati e utilizzarli per lavorare.
La pandemia ha modificato le relazioni umane; ma se alcune distanze sono state abbattute, altre barriere – come quelle della diffidenza e della paura – si sono innalzate e sembrano difficili da eliminare. Ecco perché riteniamo che le aziende dovrebbero investire ed esplorare tutte le possibilità di benefit aziendali in grado di agevolare i dipendenti, garantendo loro – in sicurezza – uno spaccato di normalità.
La nostra partnership con Eatsready
Proprio per questi motivi noi di Jobtech abbiamo stretto una collaborazione con Eatsready, per offrire alle nostre aziende clienti la possibilità di erogare buoni pasto al personale da noi somministrato, tramite la piattaforma. Una piattaforma innovativa in grado di connettere aziende, dipendenti e ristoranti, per garantire una pausa pranzo smart, sicura e di qualità, grazie all’emissione di buoni pasto digitali via app. Tramite l’app è infatti possibile scoprire se il ristorante, la gastronomia o il supermercato selezionato è idoneo all’eccettazione di buoni pasto Eatsready.
“La pausa pranzo al tempo del Covid” sembra il titolo di una sitcom, dove i protagonisti siedono davanti a uno schermo mangiando cibo liofilizzato; nell’ambito della delicata situazione sanitaria in cui ci troviamo, Eatsready interviene, permettendo ai dipendenti di poter contare su:
- Mensa diffusa: come in mensa, ma… Al ristorante! Con moltissime mense aziendali ancora chiuse, Eatsready permette ai lavoratori di trascorrere la pausa pranzo in svariati ristoranti. La fruizione è contactless, l’ordinazione velocissima, e la sensazione è quella di essere in una mensa premium.
- Ordinare da asporto o ricevere in ufficio: una funzione analoga a quella delle tradizionali e utilizzatissime app di delivery, con la differenza che sono presenti solo ristoranti convenzionati e si accumulano punti convertibili in cashback. Non soltanto ristoranti, ma anche gastronomie, per gli amanti della tradizione, o supermercati, per chi predilige la praticità: i buoni pasto Eatsready offrono infinite possibilità!
Nell’ultimo periodo questo ha permesso alle aziende di continuare ad erogare il benefit anche ai dipendenti in smart working, contando su consegne a domicilio in tutta Italia. - Lavoro agile, ma non per forza da casa: molti esercenti affiliati ad Eatsready hanno offerto la possibilità di usufruire dei loro spazi per riunioni o conference call. Perché lo smart working deve essere sicuro, non necessariamente domestico!
Jobtech guarda con curiosità a tutto ciò che è innovativo, tecnologico, e rivolto al benessere del lavoratore: ecco perché non potevamo non entusiasmarci a un progetto foodtech come Eatsready.
Al di là di ogni concetto manualistico sul welfare aziendale, siamo convinti che la direzione da perseguire sia l’attenzione al capitale umano, le relazioni sociali e un ottimo rapporto vita-lavoro per il dipendente.
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