Comunicare le dimissioni all’ispettorato del lavoro?

Comunicare le dimissioni all’ispettorato del lavoro?

Il termine “Dimissioni” deriva dal latino “dimittĕre”, letteralmente “licenziare, allontanare, mandare via”. Ma nel parlato contemporaneo – o meglio, nella terminologia lavorativa – l’accezione di “mandare via” si è persa, sostituita da nuove sfumature. 

Le dimissioni infatti non coincidono con il licenziamento. In accordo con la giurisprudenza, l’atto attraverso il quale il lavoratore comunica al datore di lavoro il proprio desiderio di recidere dal rapporto prende il nome di dimissioni. 

Dunque, i datori di lavoro che ci leggono devono avere ben chiaro come dimissioni e licenziamento comportino la stessa “uscita” di un dipendente dall’azienda, ma in modalità completamente diverse.

Cosa sono le dimissioni?

Partiamo con qualche nozione di base, per poi approfondire in modo più preciso le dimissioni volontarie. Le dimissioni sono un atto libero e volontario, non soggetto a forzatura da parte del datore di lavoro, con cui il lavoratore recide dal rapporto di lavoro. 

La giurisprudenza italiana ha sancito delle modalità che tutelino anche il datore di lavoro, perché – ipotizzando scenari dove le dimissioni rispondono semplicemente al desiderio di cambiare lavoro o percorso professionale – il datore di lavoro ha il diritto di avere il tempo necessario a riorganizzarsi. 

Per non arrecare un danno organizzativo, i vari contratti collettivi hanno sancito una tempistica da rispettare per rassegnare le dimissioni. Allo stesso tempo, ci sono vincoli e procedure standardizzate per effettuare le comunicazioni in modo corretto e trasparente.

Come avviene la comunicazione?

Il lavoratore che intende dare le dimissioni non può farlo tramite carta stampata, anche se firmata e con tutti i crismi del caso. Dal 2016, infatti, le dimissioni volontarie devono essere effettuate e presentate solo in modalità telematica, dunque online e all’ispettorato territoriale del lavoro. Dovrà allegare, come documenti, una copia della carta di identità (o documento equivalente) e la lettera di dimissioni/risoluzione consensuale debitamente datata e firmata.

Questo per informare i datori di lavoro che – in caso ricevessero questo tipo di comunicazione in modo informale – occorre ricordare ai lavoratori dipendenti quale sia la procedura giusta.

Il datore di lavoro – a fronte delle dimissioni telematiche – ha l’obbligo di inviare una comunicazione di cessazione del rapporto ai servizi per l’impiego o Unilav cessazione. Per quanto riguarda la convalida dimissioni per giusta causa,  l’ispettorato del lavoro entra in gioco solo per alcune categorie di dipendenti, di cui a breve parleremo. In ogni caso, le dimissioni online valgono per tutti i lavoratori.

Chi non fornisce il preavviso necessario in base all’inquadramento contrattuale, vedrà trattenere una cifra dalla propria busta paga: la cifra in questione si ottiene moltiplicando lo stipendio giornaliero per il numero delle giornate di preavviso che avrebbe dovuto dare.

Come gestire le dimissioni di un lavoratore?

Prima di tutto cerchiamo di metterci nei panni del lavoratore, qualunque sia la motivazione che lo spinga alle dimissioni. Non è un caso se una delle ricerche più frequenti, sul web, sia proprio “Come comunicare le dimissioni al datore di lavoro”. 

  • Mostriamo comprensione e apprezzamento per il lavoro svolto;
  • Ringraziamo per il preavviso fornito;
  • Chiediamo di supportare nell’eventuale passaggio di consegne; 
  • Indaghiamo cosa abbiamo sbagliato e cosa poteva essere svolto meglio; 
  • Cerchiamo qualcuno in grado di sostituire il dipendente.

Maternità e paternità

Esiste un periodo definito “protetto”, che riguarda le lavoratrici madri durante la gravidanza e lavoratori e lavoratrici durante i primi tre anni di vita del bambino. Questi soggetti sono interessati da una disciplina particolare: devono essere preliminarmente notificati al datore di lavoro, dunque convalidati dall’Ispettorato territoriale. Infine – per rispondere alla domanda “Dove deve convalidare le dimissioni una lavoratrice madre?”, deve recarsi Ispettorato del lavoro con copia della lettera di dimissioni presentata al datore controfirmata per ricevuta da quest’ultimo, o corredata dalla copia della ricevuta di ritorno in caso di invio a mezzo raccomandata.

Siamo consapevoli della sofferenza e della sensazione di colpevolezza che può impossessarsi di un datore di lavoro quando riceve le dimissioni, a maggior ragione quando sono inaspettate. 

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