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Se ne è parlato moltissimo durante le fasi più acute dell’emergenza sanitaria, dove moltissime attività – per i motivi più disparati – si domandavano cosa fosse il codice ATECO, se il proprio consentisse di aprire o valutavano l’idea di modificarlo per poter aprire al pubblico.
Si è detto e ridetto tutto e il contrario di tutto: che andasse richiesto all’Agenzia delle Entrate, che per cambiarlo occorressero pratiche astruse e improbabili e che non tutte le aziende o attività commerciali ne fossero dotate. In questo articolo intendiamo fare chiarezza, in modo che – nonostante la fiducia che nutriamo nella fine della pandemia – ci sia maggiore consapevolezza su questo utile strumento, ovvero il codice ATECO!
L’unica cosa che sveliamo è che chiunque sia già titolare di un’attività possiede automaticamente il proprio codice ATECO, dunque non deve fare nulla per “ottenerlo”.
Cos’è il codice ATECO?
Partiamo dalle basi: si tratta di un codice alfanumerico che – in relazione al settore dell’impresa – offre un quadro d’insieme degli adempimenti amministrativi necessari per svolgere l’attività in modo legale e legittimo.
Come abbiamo detto, è un codice alfanumerico: le lettere individuano il macro settore economico mentre i numeri (da 2 fino a sei 6) rappresentano dettagliatamente le specifiche articolazioni e sottocategorie dei settori stessi.
Ecco la ripartizione:
- sezioni (1 lettera)
- divisioni (numero a 2 cifre)
- gruppi (numero a 3 cifre)
- classi (numero a 4 cifre)
- categorie (numero a 5 cifre)
- sottocategorie (numero a 6 cifre)
A cosa serve?
L’imprenditore che ci legge potrebbe obiettare che prima di lanciarsi in un determinato mercato si è accuratamente documentato su come agire nel rispetto delle normative, dunque il codice ATECO non gli serve poi così tanto.
Eccoci allora a spiegare che il servizio ATECO includa ulteriori informazioni da conoscere:
- ricercare i codici ATECO per l’attività che l’impresa vuole svolgere;
- conoscere le norme che regolano e disciplinano la propria attività, a livello nazionale e regionale;
- conoscere i requisiti richiesti e gli adempimenti necessari per avviarla;
- approfondire la raccolta delle informazioni e della modulistica, con il collegamento diretto allo Sportello Unico delle Attività Produttive (SUAP) di riferimento.
- denunciarla correttamente e pubblicare l’attività in modo esatto e puntuale attraverso la visura camerale;
- aggiornare l’attività in modo standardizzato ai fini fiscali, contributivi e statistici;
- fare una verifica accurati di quali corsi obbligatori sulla sicurezza sul lavoro occorre somministrare al personale.
A fronte di queste considerazioni, possiamo definire lo scopo del codice ATECO come quello di una cartina al tornasole delle aziende: racconta cosa fare, come farlo e come gestire al meglio svariati adempimenti burocratici e normativi!
Per rispondere alla domanda “codice istat e ateco sono la stessa cosa?”, la risposta è che il codice ATECO è una tipologia di classificazione adottata dall’ISTAT. Dunque è un codice adottato dall’Istituto di Statistica, ma sono due cose distinte.
Occorre richiederlo?
No, non occorre richiederlo, ma è necessario per aprire una nuova partita IVA. Come fare allora? Serve comunicare il codice di riferimento sulla base dell’attività che si intende svolgere, nell’apposito modulo di apertura della partita IVA. Lo step successivo è comunicarlo all’Agenzia delle Entrate!
Se ti trovi nella situazione inversa e non sai dove trovarlo, sappi che il codice ATECO della tua azienda già attiva, si trovi in uno di questi luoghi:
- certificato di attribuzione della partita IVA
- Visura Camerale
- sul sito ISTAT
Se invece la funzione ti è chiara, ma la tua domanda è “Come trovare quello di appartenenza?”, ecco qualche nozione che devi conoscere:
- imprese plurilocalizzate: il codice viene assegnato prelevandolo dall’archivio dell’Agenzia delle Entrate sulla base dell’attività prevalente, mentre quelli inerenti alle attività secondarie delle singole sedi sono invece assegnate dal servizio di codifica centralizzata del Sistema Camerale. Questo avviene tramite l’analisi dell’attività dichiarata al Registro Imprese;
- imprese monolocalizzate: il codice è assegnato prelevandolo dall’archivio dell’Agenzia delle Entrate (si tratta di una procedura più semplice).
E nel caso di una azienda multiservizi?
In questo caso, la risposta è più semplice del previsto. Nel caso di un’azienda che svolga più di un’attività, non è possibile utilizzare avere più di una partita IVA, ma è possibile affiancare un altro codice ATECO a quello in essere, per identificare i business di riferimento.
Quindi un’azienda multi attività dovrà semplicemente comunicare all’Agenzia delle Entrate il nuovo codice, utilizzando il modello AA9; per alcune aziende servirà inoltre presentare la richiesta di iscrizione al registro imprese.
Conoscere il calcolo del codice ATECO e la utilità è indubbiamente indispensabile, per i nuovi imprenditori così come per chi ha un’attività consolidata. Sai cos’è altrettanto fondamentale? Dotarsi delle risorse giuste per far funzionare l’attività, qualunque essa sia! In questo, noi possiamo aiutarti: contattaci per scoprire di più sui nostri servizi per le aziende! La somministrazione di lavoro sia adatta a tutti i settori di attività, a prescindere dal codice ATECO.
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