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Ci sono diversi motivi per cui una persona potrebbe decidere di assumere un/a badante. Ad esempio:
- Per aiutare una persona anziana o con disabilità a svolgere le attività quotidiane come fare la doccia, vestirsi, preparare i pasti, prendere i farmaci, etc;
- Per fornire una compagnia e un supporto emotivo a una persona anziana o sola;
- Per permettere a una persona di continuare a vivere in modo indipendente a casa propria, anziché dover ricorrere a una struttura di assistenza a lungo termine;
- Per offrire una pausa o un supporto temporaneo a chi si prende cura di una persona anziana o con disabilità, per evitare un sovraccarico di responsabilità;
- Per aiutare una persona a rimanere attiva e coinvolta nella vita quotidiana, promuovendo il benessere fisico e mentale.
A questo punto sorgono spontanee alcune domande: quanto costa assumere un/a badante? Quali sono, per l’assunzione, i costi da affrontare per la messa in regola?
Con questo articolo approfondiremo quali sono le spese da affrontare nel caso si abbia bisogno di un servizio di assistenza anziani a domicilio.
CCNL per i lavoratori domestici
Il CCNL (Contratto collettivo nazionale di lavoro) per i lavoratori domestici è un accordo tra le organizzazioni sindacali e le associazioni datoriali che stabilisce le condizioni di lavoro, retributive e normative per i lavoratori domestici in Italia.
Il CCNL per i lavoratori domestici si applica ai lavoratori che prestano servizi di assistenza e cura all’interno delle abitazioni private, come ad esempio badanti, colf e baby sitter.
Il CCNL per i lavoratori domestici definisce le seguenti materie:
- Orari di lavoro e riposi: il CCNL stabilisce le regole per il calcolo delle ore di lavoro, le pause e i riposi giornalieri e settimanali.
- Retribuzione: il CCNL definisce le modalità di calcolo della retribuzione, compresi gli straordinari e le indennità.
- Ferie e festività: il CCNL stabilisce le regole per il godimento delle ferie e delle festività retribuite.
- Malattia e infortuni: il CCNL disciplina la gestione delle assenze per malattia e infortunio, compreso il diritto alla retribuzione e all’indennità.
- Tutele sociali: il CCNL prevede alcune tutele sociali per i lavoratori domestici, come ad esempio la maternità e la paternità.
Il CCNL per i lavoratori domestici viene periodicamente rinnovato e aggiornato in base alle esigenze delle parti e alle evoluzioni del mercato del lavoro. È importante che il datore di lavoro e il lavoratore domestico conoscano e rispettino le disposizioni del CCNL per garantire una relazione di lavoro equa e soddisfacente per entrambe le parti.
Come scegliere il livello di inquadramento all’interno del CCNL per i lavoratori domestici
Il livello di inquadramento è una categoria che definisce il grado di responsabilità e di competenze richieste per una determinata posizione lavorativa. Nel CCNL (Contratto collettivo nazionale di lavoro) per i lavoratori domestici, i livelli di inquadramento sono quattro:
- Livello A: si tratta del livello più basso e comprende i lavoratori che svolgono mansioni di base, come ad esempio il riordino e il riassetto dell’ambiente, l’aiuto nell’igiene personale e nella preparazione dei pasti;
- Livello B: si tratta del livello intermedio e comprende i lavoratori che svolgono mansioni di assistenza e cura, come ad esempio il trasporto, l’aiuto nella somministrazione dei farmaci, l’accompagnamento alle visite mediche;
- Livello C: si tratta del livello intermedio-alto e comprende i lavoratori che svolgono mansioni di assistenza e cura avanzate, come ad esempio la gestione della terapia e della dieta, l’assistenza nella deambulazione e nella mobilizzazione;
- Livello D: si tratta del livello più alto e comprende i lavoratori che svolgono mansioni di assistenza e cura specialistiche, come ad esempio l’assistenza in caso di patologie complesse o di demenze.
Per scegliere il livello di inquadramento più adeguato, è importante considerare le competenze e le esperienze del lavoratore domestico, nonché le esigenze della persona assistita. In generale, più alto è il livello di inquadramento, maggiore è la retribuzione prevista dal CCNL. È opportuno quindi parlarne con il lavoratore domestico e, se possibile, con il medico curante per valutare il livello di assistenza più adeguato.
Le informazioni presenti all’interno della busta paga
La paga oraria di un/a badante dipende dalle condizioni retributive stabilite nel contratto di lavoro e dal livello di inquadramento previsto dal CCNL (Contratto collettivo nazionale di lavoro) per i lavoratori domestici.
La busta paga invece è il documento che attesta il reddito percepito dal lavoratore e i contributi previdenziali e assistenziali che sono stati versati. Questa deve essere rilasciata dal datore di lavoro al lavoratore almeno mensilmente e deve contenere le seguenti informazioni:
- Retribuzione lorda: è la somma totale percepita dal lavoratore, comprensiva di tutte le voci retributive previste dal contratto, come ad esempio il salario base, gli straordinari, le indennità.
- Detrazioni fiscali: sono le somme che vengono detratte dalla retribuzione lorda ai fini fiscali, come ad esempio l’IRPEF (imposta sul reddito delle persone fisiche).
- Contributi previdenziali: sono i contributi versati dal lavoratore e dal datore di lavoro all’INPS (Istituto nazionale della previdenza sociale) per finanziare i trattamenti pensionistici e assistenziali.
- Retribuzione netta: è la somma che effettivamente viene percepita dal lavoratore, ovvero la retribuzione lorda al netto delle detrazioni fiscali e dei contributi previdenziali.
Quando l’assunzione viene gestita tramite agenzia, il lavoratore potrà chiedere assistenza o chiarimenti direttamente ai referenti amministrativi qualora dovesse avere dubbi o domande.
Stipendio badante: proviamo a fare un po’ di chiarezza
Nel caso di assunzione di personale in ambito assistenza domiciliare (es. badante), c’è da tenere in considerazione in primis se la persona sia convivente o meno, ovvero se le verrà affidata una camera in casa della persona da assistere e relativo vitto.
Riprendendo i livelli di inquadramento descritti primi, il/la badante potrà avere i seguenti livelli di CCNL e la relativa paga minima a seconda che sia convivente, non convivente o operativo/a durante la fascia notturna:
- Livello BS: badante che presta assistenza a persone autosufficienti;
- Badante convivente: stipendio di 880,24 euro per 54 ore settimanali;
- Badante non convivente: stipendio orario di 6,22 per un massimo di 40 ore settimanali;
- Badante notturna: stipendio di 1.012,27 Euro;
- Livello CS: badante che presta assistenza a persona non autosufficiente, ma che non è in possesso di certificati quali OSS e OSA;
- Badante convivente: stipendio di 997,61 Euro per 54 ore settimanali;
- Badante non convivente: stipendio orario di 6,93 Euro per un massimo di 40 ore settimanali;
- Badante notturna: stipendio di 1.147,24 Euro;
- Livello DS: badante che presta assistenza a persona non autosufficiente e in possesso di certificati quali OSS e OSA.
- Badante convivente: stipendio di 1.232,33 Euro + 173,55 Euro di indennità di funzione per 54 ore settimanali;
- Badante non convivente: stipendio orario di 8,33 Euro per un massimo di 40 ore settimanali;
- Badante notturna: stipendio di 1.417,21 Euro.
Ai livelli sopra elencati c’è un altro caso da considerare che è quello del/la badante che garantisce la presenza notturna e che non si deve confondere con il/la badante notturna che si occupa invece della sorveglianza e del monitoraggio dell’assistito durante la notte. In questo caso la paga minima è di 677,78 Euro al mese (per un massimo di 6 giorni a settimana).
Allo stipendio minimo sopra indicato e corrispondente ai diversi livelli, c’è da aggiungere, inoltre:
- Tredicesima da corrispondersi entro fine dicembre oppure mensilizzandola ed è pari alla retribuzione mensile maggiorata dell’indennità sostitutiva di vitto e alloggio;
- Scatti di anzianità per ogni biennio di lavoro svolto presso la stessa persona o famiglia (pari al 4% della retribuzione annua), per un massimo di 7 scatti di livello;
- Superminimi, eventuali aumenti di stipendio per merito, stabiliti dal datore di lavoro e nel rispetto dell’accordo preso tra le parti all’atto della stipulazione del contratto.
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