Employee Retention: cosa intendiamo?

Employee Retention

Employee attraction, acquisition, retention. Cosa significano questi termini e perché se ne sente parlare sempre più spesso? Il motivo è semplice, e ha molto a che fare con il periodo storico che stiamo vivendo: in un momento che passerà alla storia per le “grandi dimissioni”, non deve sorprendere che valorizzare il proprio team sia diventata una priorità per le aziende. 

In questo articolo ci soffermeremo sull’employee retention, ma più nello specifico su una possibile strategia per trattenere i talenti: l’HR retention non è altro che questo, ma se a parole può sembrare semplice, assicuriamo che a livello pratico non è esattamente una passeggiata. Ecco perché occorre lavorare sui processi, sul work-life balance e sul clima aziendale.

Cos’è l’employee retention?

Come al solito, partiamo con le definizioni: per “employee retention” intendiamo la capacità di un’azienda, ente o organizzazione di “trattenere” i dipendenti al suo interno grazie a politiche volte ad accrescere il livello di soddisfazione di tutti i lavoratori e le lavoratrici.

L’employee retention svolge un ruolo fondamentale nel creare un giusto equilibrio a proposito di turnover aziendale (ovvero il flusso di nuovi ingressi e uscite interno all’azienda), evitando che raggiunga pericolosi picchi. 

Employee retention rate: cos’è e come si calcola.

L’employee retention non è un concetto astratto, bensì esiste una vera e propria formula da utilizzare per il suo calcolo: in pratica, occorre dividere i dipendenti “rimasti” a fine anno per quelli presenti in azienda a inizio anno, moltiplicando poi il risultato per 100. Quello che otterremo è il tasso di retention

Forniamo un esempio chiarificatore: se un’impresa inizia l’anno con 1000 dipendenti, e alla fine dell’anno ne restano 700 (esclusi nuovi assunti e coloro che sono andati in pensione), il tasso di retention sarà al 70%. 

Tenere questi numeri sotto controllo – che rientrano nella cosiddetta sfera degli HR Analytics – permette di avere sempre chiara la situazione aziendale, quindi il nostro consiglio è di effettuare questi calcoli con scadenze precise

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Come migliorare la employee retention in azienda?

Ci sono molti fattori, materiali e immateriali, che influiscono sulla capacità di trattenere i talenti all’interno delle aziende. Ecco alcuni dei più comuni: 

  • Valorizzare la cultura aziendale: influisce sulla comunicazione interna e nella creazione dello spirito di team, oltre che nella definizione di obiettivi condivisi e raggiungibili; 
  • Welfare aziendale: offrire benefit o incentivi di varia natura garantisce ai dipendenti servizi o retribuzioni complementari che ne aumentano il benessere e il potere d’acquisto; 
  • Formazione e sviluppo delle skill: l’acquisizione di nuove competenze è un valido strumento per progredire nelle mansioni e contribuisce a creare autostima;; 
  • Rapporti interpersonali: che si parli del rapporto con i responsabili o i peer nel team, attenzione che si tratti di rapporti all’insegna della trasparenza e dell’equilibrio; 
  • Piani di carriera: è sempre opportuno condividere piani carriera pensati per il team, fissando frequenti feedback session per valutarne i progressi; 
  • Ambiente di lavoro: fornire gli strumenti giusti per svolgere le mansioni, o assicurarsi che gli ambienti aziendali siano appropriati aiuta a  garantire serenità durante lo svolgimento.

A margine, un consiglio a chi si addentri in queste dinamiche è quello di condurre processi di selezione del personale accurati, prendendosi il giusto tempo per fare le opportune valutazioni (vuoi conoscere le nuove tecniche di selezione del personale? Abbiamo scritto un articolo ad hoc).

Quali sono le cause che spingono i dipendenti a dare le dimissioni?

Ogni caso ha una propria storia e specifiche a sé, ne siamo consapevoli. Ma alcuni elementi tendono a ripetersi

  • Retribuzioni non competitive;
  • Attività demansionanti e non coerenti con il percorso di crescita;
  • Relazioni poco positive con i colleghi e i responsabili; 
  • Mancanza di flessibilità (ad esempio, possibilità di usufruire del lavoro agile);
  • Assenza di motivazione e gratificazione;
  • Volontà di dedicarsi a progetti imprenditoriali propri. 

Se quello che desideri ottenere è la soddisfazione dei tuoi collaboratori e delle tue collaboratrici, è importante occuparsi di quante più motivazioni possono dipendere da te o dall’azienda in cui lavori. Ma sappiamo che non è affatto semplice

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