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Chi più chi meno, sappiamo tutti cosa sono i fringe benefit. Per l’occasione faremo un veloce ripasso, perché in questo articolo racconteremo una recentissima novità che riguarda l’aumento del tetto dell’esenzione fiscale di questi ultimi.
I fringe benefit sono benefici economici “accessori” che un datore di lavoro può concedere ai dipendenti in aggiunta alla retribuzione ordinaria per motivarli, gratificarli e aumentare il loro grado di soddisfazione. Vengono spesso proposti all’interno di programmi di welfare aziendale regolati da una normativa – introdotta dal TUIR all’art. 51 comma 3 – che fino a poco fa prevedeva per i fringe benefit un certo limite generale di esenzione. Per questo approfondimento partiremo proprio da qui, perché qualcosa – a proposito di Fringe Benefit 2022 – è appena cambiato.
Decreto Aiuti Quater: aumentata la soglia di esenzione per i fringe benefit
Eravamo rimasti al 22 settembre 2022, giorno in cui il Decreto Aiuti Bis appena entrato in vigore aveva aumentato il limite di esenzione per i fringe benefits da 258,23 euro a 600 euro. Già allora era stato percepito e accolto da molti come un intervento gradito, ma di recente siamo venuti a conoscenza di un fatto che non passerà di certo inosservato.
Con il Decreto Aiuti Quater è stato previsto nuovo intervento sul fronte del welfare aziendale mirato proprio ad aumentare gli stipendi e il potere di acquisto dei lavoratori. E – rullo di tamburi – questa volta l’esenzione fiscale dei fringe benefit aziendali erogabili entro il 12 gennaio 2023 è stata innalzata a ben 3000 euro per il periodo d’imposta 2022.
In particolare, come riporta il Governo – il Decreto in questione prevede “nuove misure di sostegno alle famiglie, agli individui, alle imprese e alle istituzioni pubbliche per far fronte all’emergenza economica, sociale e sanitaria derivante dalla diffusione del virus Covid-19”, in particolare “rinnovando e rafforzando la copertura per il mondo delle imprese contro il caro energia”. Ecco perché tra le agevolazioni previste sarà possibile anche usufruire di rimborsi spese per utenze domestiche, acqua luce e gas, intestate al lavoratore o ai suoi familiari. Qualcosa di simile era stato previsto anche dal Decreto Aiuti Ter, che aveva introdotto il bonus 150 euro per questo stesso scopo.
Lavoratori, aziende e nuovo massimale: cosa accadrà?
Tutto fantastico, almeno per coloro che sulla carta ne avrebbero diritto. Ovvero all’incirca 3 milioni di lavoratori dipendenti, a detta di Confindustria. Ma questo non possiamo darlo per certo: l’esecutivo ha infatti conferito piena libertà alle singole imprese che potranno decidere in totale autonomia se aumentare o meno il contributo ai propri dipendenti, che nel caso più favorevole potrebbe essere riconosciuto già dalla busta paga di novembre. Questo significa – in poche parole – che le aziende non sono obbligate dal Governo ad attenersi a quanto indicato nel nuovo Decreto Aiuti Quater.
In ogni caso sarà premura dei singoli datori di lavoro comunicare internamente l’esito di questa scelta, dando piena visibilità ai collaboratori e spiegando nel dettaglio eventuali cambiamenti e procedure.
Stare al passo con gli aspetti burocratici e normativi non è facile, lo sappiamo bene. Per questo con la somministrazione di lavoro ci facciamo carico anche di queste importanti responsabilità, per supportare da una parte le nostre aziende clienti in tutto ciò che riguarda la gestione delle risorse assunte con questa tipologia contrattuale e dall’altra accompagnare tutti i lavoratori in un percorso professionale adeguato. Contattaci per saperne di più!
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