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I fringe benefit sono stati un argomento ancora più chiacchierato, nell’ultimo periodo. Questo perché – con molti lavoratori in smart working, è apparso ancora più chiaro come dotare i dipendenti di alcuni strumenti accessori fosse fondamentale per garantire il miglior svolgimento delle loro mansioni lavorative.
Ma conservare qualche dubbio sulla questione è lecito, anche perché si tratta di un argomento nuovo a molti, sul quale – debitamente o meno – non ci si è mai interrogati troppo. Ma l’auto aziendale non andava concessa solo ai rappresentanti? Perché dovrei dare pc e telefono ai dipendenti? Dopo aver letto il nostro articolo, questi dubbi saranno definitivamente risolti.
Cosa sono i fringe benefit?
Partiamo da una definizione classica: “Il fringe benefit (o, in italiano, beneficio accessorio) è un tipo di emolumento retributivo corrisposto a particolari categorie di lavoratori dipendenti, riportato nella busta paga, in aggiunta alla retribuzione”. Il lavoratore ne usufruisce gratuitamente o a condizioni più vantaggiose rispetto a chi si rivolge al mercato per acquistarli.
Rendiamola semplice: i fringe benefit costituiscono una forma di retribuzione non in natura che si aggiunge al compenso economico del dipendente. Sono abitualmente legati alla mansione lavorativa che si svolge e hanno l’obiettivo di agevolarlo nel portare a termine il proprio lavoro (esempio: difficilmente ad un operatore callcenter che lavora da casa verrà concessa un’auto aziendale, sarà molto più probabile che riceva un telefono).
Chi ne ha diritto?
I lavoratori dipendenti! Ma la loro concessione è una decisione dell’azienda, che li concede sulla base di specifiche necessità. Non esiste una regola a riguardo, ma ricordiamo che in molti casi il beneficio che deriva dalla concessione è superiore al costo che l’azienda: un caso tra tutti, quello dei pc, indispensabile per garantire la protezione di eventuali dati sensibili e tutelarsi dalla loro divulgazione.
Qual è il loro regime di tassazione?
Consultando la tabella riassuntiva del regime fiscale e previdenziale dei principali fringe benefits, affermiamo che i beni e servizi che il datore di lavoro eroga ai dipendenti (esclusi i buoni pasto) sono inclusi nel reddito imponibile e sono valutati al “valore normale” dei beni e servizi concessi.
Per la determinazione del prezzo si fa riferimento:
1) ai listini o tariffe del soggetto che ha fornito i beni o servizi, ed, in mancanza, alle mercuriali ed ai listini delle Camere di Commercio ed alle tariffe professionali, tenendo conto degli sconti d’uso;
2) al prezzo mediamente praticato dall’azienda nelle cessioni ai grossisti, per i generi in natura prodotti dall’azienda e ceduti ai dipendenti (gratuitamente o meno).
Sono esenti i compensi in natura di valore complessivo non superiore a € 258,23 (516,46 euro limitatamente al 2020 e al 2021, grazie al Decreto Sostegni): in caso di valore superiore, lo stesso è interamente imponibile e il conguaglio va effettuato o portando in aumento della retribuzione imponibile l’importo del fringe benefit eccedente il predetto limite e non assoggettato a contribuzione, oppure trattenendo al lavoratore la differenza dell’importo della quota del contributo a carico dello stesso non trattenuta nel corso dell’anno. Tuttavia di recente abbiamo assistito a una novità interessante a proposito di fringe benefit 2022, ovvero è aumentata – e di parecchio – la loro soglia di esenzione.
Quali sono i fringe benefit più comuni?
Cosa sono, quale sia la loro tassazione e previdenza e a quanto ammontano è chiaro, passiamo ora a fornire alcuni esempi di fringe benefits:
- Automobile: che può essere esclusivamente utilizzata per esigenze personali, oppure per motivi sia personali che aziendali (la cosiddetta auto a uso promiscuo);
- Telefono;
- Pc;
- Immobili in locazione, uso e comodato;
- Prestiti personali agevolati;
- Assicurazione sanitaria;
- Assistenza per le persone non autosufficienti;
- Riduzione tasse scolastiche e borse di studio;
- Voucher e buoni spesa.
Un ragionamento a parte meritano i fringe benefit in smart working: in questo caso occorre pensare ad un welfare ad hoc, che potrebbe includere rimborso delle spese di connessione, una sedia ergonomica, servizi di food delivery o la stampante, se la professione lo richiede.
Come comportarsi quando si concede un fringe benefit ad un lavoratore?
Alle imprese intenzionate a concedere i fringe benefit ai dipendenti consigliamo di redigere un documento dove indicare la tipologia di bene erogato, la data di concessione e richiedere l’impegno, mediante una firma, a conservare i beni con la massima diligenza, ad assumersi la responsabilità in caso di danneggiamento qualora ne sia il lavoratore responsabile e a riconsegnarli all’atto di risoluzione del rapporto di lavoro.
Che tu sia un datore di lavoro o un responsabile risorse umane, speriamo che il nostro articolo ti sia stato utile per approfondire le novità fringe benefit 2021! Se vuoi approfondire con noi i nostri servizi per le aziende, studiati per rispondere a ogni necessità delle aziende in materia di dipendenti, contattaci.
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