Musica e lavoro: 5 canzoni da riascoltare in occasione di Sanremo.

Musica e lavoro: 5 canzoni da riascoltare in occasione di San Remo!

“San Remo”: dall’essere un’apprezzata località ligure, celebre per il casinò e il clima mitissimo – nonché l’accesso privilegiato alla Costa Azzurra -, durante i primi mesi dell’anno è in grado di catalizzare l’attenzione per un solo motivo, e non ha nulla a che fare con il mare. Certi che questo simpatico preambolo non fosse affatto necessario, arriviamo dunque al punto: il Festival di Sanremo è iniziato, e il nostro entusiasmo è alle stelle.

Mentre le leghe di Fantasanremo si compongono, i fan si scatenano e tutti noi siamo in trepidante attesa di scoprire le canzoni inedite che si riproporranno in radio nei prossimi mesi, abbiamo scelto di proporre il Festival della Canzone Italiana dal nostro punto di vista, quello di chi ogni giorno pensa all’occupazione e alle professioni più svariate e peculiari. Quindi in questo articolo troverai alcune canzoni focalizzate sul tema che ci sta più a cuore: il mondo del lavoro.

Alcune di esse sono state presentate direttamente al Festival, a partire dal 1967 per arrivare al 2012. Come bonus track proporremo due canzoni di autori importanti, e faremo un salto nel passato fino agli anni ‘70 per riascoltarle.

Tre canzoni presentate a Sanremo che raccontano il mondo del lavoro.

Il Festival della Canzone Italiana, giunto alla sua 74esima edizione, ha portato sul suo palco autori noti e meno noti, consolidato carriere e generato opportunità di lavoro in modo particolare nel settore alberghiero, dell’accoglienza e del turismo. Non sono mai mancate le polemiche, fin dalle prima edizione del 1951 (a proposito, sapevi che non si è sempre svolto al teatro Ariston ma inizialmente i cantanti in gara si esibivano al salone delle feste del casinò?). 

Ma in questo articolo metteremo in un angolo le nostre preferenze, per concentrarci su come il mondo della musica non si sia disinteressato di quello dell’occupazione, senza trascurare i problemi che l’hanno attraversato.

“Ciao amore”, Luigi Tenco – Sanremo 1967

“Ciao amore” è un inno generazionale e, nonostante il titolo, è molto più che una canzone sentimentale. Luigi Tenco in questa lirica complicata tratteggia le difficoltà del suo secolo, dove compaiono “campi da arare” e “carri nei campi” e descrive un desiderio di allontanamento da tutto ciò che crea disagio, impedendo di vivere una vita autentica. Allo stesso modo compare il problema legato al guadagno, insufficiente per mantenere un tenore di vita dignitoso.

Vado a lavorare, Gianni Morandi – Sanremo 1972 

Fatica, sacrificio e desiderio di rivalsa si sublimano nel testo di “Vado a lavorare”, una canzone che percorre il susseguirsi delle stagioni attraverso i colori della terra. In prima persona sentiamo il racconto delle difficoltà legate al lavoro contadino, che non conosce pause né orari stabiliti. Con toni più leggeri rispetto a quelli di Luigi Tenco, Morandi contrappone la bellezza del tempo libero, quello serale, alla fatica del lavoro giornaliero.

Non è l’inferno, Emma Marrone – Sanremo 2012

Emma Marrone non si è mai sottratta al racconto di scenari reali e realistici, e questa canzone ne è un esempio perfetto. “Non è l’inferno” racconta la rabbia di chi affronta il proprio dovere – qualunque esso sia – e si ritrova a fine mese con qualche difficoltà, e chiede cosa possa fare per raggiungere una qualità di vita dignitosa e umana. Si appella a chi detiene maggiore potere affinché le condizioni minime vengano rispettate.

Bonus: due canzoni estemporanee di Gaber e De Andrè

Come spesso vediamo nei dischi, abbiamo pensato di inserire due bonus track: si tratta di “Gli operai” di Giorgio Gaber (1972) e “Un ottico” di Fabrizio De Andrè (1973). Abbiamo scelto due testi profondi ed evocativi che, se non hai mai sentito e ti interessa conoscere tematiche che intersecano l’occupazione e i problemi generazionali, consigliamo senza dubbio di ascoltare.

“Gli operai”, Giorgio Gaber

Tutto fuorché parole di compatimento verso una classe da sempre ritenuta sfruttata e poco consapevole, nel testo di Gaber del 1972. Il cantautore in questa canzone descrive la forza di chi ha poca scelta e la sua volontà di alimentare la loro voce con la propria musica; quello che chiede è di allontanare la retorica e le parole facili dal mondo operaio, per guardare con oggettività alle loro condizioni di lavoro.

“Un ottico”, Fabrizio De Andrè 

L’ottico, un professionista spesso ritenuto “come tanti”, in questa canzone è esaltato alla massima potenza e descritto come “mercante di luce” in grado di restituire la felicità a quanti si trovino privati di una vista perfetta. Il testo che De Andrè ha composto nel 1973 ha un ritmo incalzante e – in alcuni passaggi – straniante, come volesse confondere l’ascoltatore. Cosa abbiamo apprezzato? Perdonandoci il facile gioco di parole, il desiderio di voler “Puntare gli occhi” proprio su questa professione per voler trasmettere – come spesso ha fatto De André – un messaggio complesso e distribuito su più livelli di lettura.

Abbiamo affrontato tematiche complesse, servendoci di uno dei filtri più belli e universali che ci siano: la musica. Servirebbero pagine e pagine per andare a fondo in ognuna delle tematiche che questi autori hanno cantato, lo sappiamo bene. In questo spazio – ricollegandoci al palco dell’Ariston – abbiamo voluto fornire la nostra chiave interpretativa e punto di vista. Se vuoi parlare con noi di quanto accade nel mondo del lavoro continua a leggere il nostro blog, oppure contattaci: saremo lieti di parlare con te di ogni argomento che concerne l’occupazione, con i nostri servizi per le aziende.

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