Indice dei contenuti
Era febbraio 2020, difficile da dimenticare. Sembrava un problema così lontano e inaccettabile per l’Occidente moderno, che una pandemia costringesse gli abitanti del nostro paese nelle proprie case. Sentivamo parlare di mascherine e del rischio diffusione in azienda, ma inizialmente era un problema dai contorni sfumati e inaccettabili.
Se dobbiamo dare una data precisa al cambiamento del mondo del lavoro italiano, è senza dubbio il 23 febbraio 2020: in questa data veniva approvato un decreto legge, e lo smart working veniva “sbloccato”, come novità con il nuovo DPCM dell’epoca, automaticamente per tantissimi lavoratori.
Il 9 marzo 2020 l’Italia e gli italiani scoprono il significato del termine lockdown, la differenza tra smart working e telelavoro e oltre a cantare dai balconi, moltissimi dipendenti si trovano a sperimentare – tra problemi di connessione, microfoni aperti e animali davanti al monitor – il lavoro agile.
Ma ad oggi, con il progredire della campagna vaccinale e il rischio epidemiologico che si abbassa, chi può continuare a farlo, con riguardo alle aziende private? Sarà ancora semplice “mettere i dipendenti in smart”?
Il Decreto Riaperture: la proroga della modalità di accesso semplificata
Per chi si chiedesse come funzionerà nel prossimo futuro lo smart working nelle aziende private, ci pensa un emendamento datato 4 giugno 2021 del Decreto Riaperture (decreto legge improntato alle misure urgenti per la graduale ripresa delle attività economiche e sociali nel rispetto delle esigenze di contenimento della diffusione dell’epidemia da COVID-19) a chiarire la situazione.
Dopo averlo sancito per la Pubblica Amministrazione, la Camera ha dato il consenso al ricorso libero allo smart working anche per i dipendenti delle aziende private, in modo semplificato e fino al 31 dicembre 2021, senza preventivo accordo con il lavoratore.
A chi si applica, nello specifico? A tutti i rapporti di lavoro subordinati, senza specifiche. E per i datori di lavoro? Dovranno semplicemente comunicare digitalmente al Ministero del Lavoro, i nominativi dei lavoratori coinvolti nelle prestazioni da remoto utilizzando esclusivamente l’applicativo informatico “SmartWorking” disponibile sul sito ministeriale e accedendo con SPID o CIE.
Prima dell’emergenza: l’accordo di smart working
Ad oggi, dopo quasi un anno e mezzo di lavoro agile, in aziende private e pubblica amministrazione, ci sembra quasi naturale utilizzare questa modalità di lavoro, sia al 100% che in modo alternato.
Ma chi si ricorda come funzionava lo smart working, prima della pandemia? A stabilire l’accordo di smart working, era il D.lgs 81/2017, e sanciva la predisposizione dell’accordo di smart working, di cui illustriamo il contenuto:
- disciplina dell’esecuzione dell’attività lavorativa all’esterno della sede dell’azienda (luogo di svolgimento dell’attività, modalità di svolgimento, privacy);
- forme di esercizio del potere direttivo e di controllo del datore di lavoro;
- indicazione degli strumenti che il lavoratore deve utilizzare (attrezzature di lavoro, connessione di rete);
- individuazione dei tempi di riposo del lavoratore (orario di lavoro, fasce di disponibilità);
- indicazione delle misure tecniche e organizzative necessarie per assicurare la disconnessione del lavoratore dalle strumentazioni tecnologiche di lavoro (diritto alla disconnessione).
4 consigli per gestire al meglio i dipendenti in smart working
Assodato che dovremo convivere con lo smart working almeno fino a dicembre, vogliamo darti qualche consiglio su come ottimizzare questa modalità di lavoro, in modo che la performance dei tuoi dipendenti non ne risenta, e tu abbia una visuale di quello che sta succedendo, anche se non vedi materialmente i tuoi dipendenti.
- La comunicazione è fondamentale: fissa dei momenti giornalieri o settimanali con i dipendenti, singolarmente o di team in base alle esigenze. Si tratta di una soluzione molto più strategica che continuare a chiamare!
- Gli strumenti indispensabili: cosa pensi possa servire assolutamente ai lavoratori della tua azienda? Se ne hai la possibilità, fornisci sedia ergonomica, pc aziendale e preoccupati della connessione.
- L’accesso a piattaforme e gestionali: fai in modo che ogni piattaforma di cui potrebbero avere bisogno sia di libero accesso, per non disperdere tempo in telefonate o mail per richiedere password e credenziali varie.
- I limiti e il diritto alla disconnessione: non dare l’impressione di voler controllare i dipendenti costantemente. Stanno lavorando, fidati di loro! Allo stesso modo, fai di tutto per non turbare la loro privacy quando l’orario non è lavorativo.
Lo smart working è stato un banco di prova sfidante per il mercato del lavoro italiano, in modo particolare per i lavoratori privati: se il lavoro 2021 è un argomento che vuoi approfondire, consulta il nostro Osservatorio!. Alcuni non vorrebbero abbandonarlo (anche a fronte degli interessanti incentivi smartworking), altri non vedono l’ora di lasciarselo alle spalle. Ma se vuoi se sei interessato ad assunzioni o ricerca personale in smart working, perché non ci contatti? Potremo supportarti nell’identificare la risorsa, ma anche nell’individuare gli accorgimenti ad hoc per rendere il lavoro agile performante!
Cerchi personale per la tua azienda?
Scopri più di 500.000 profili selezionati e pronti ad iniziare. Utilizza il nostro software HR e trova subito le tue prossime risorse. È gratis!