Classificazione e descrizione delle teorie sulla motivazione al lavoro

La motivazione al lavoro è un tema sempre più importante per le aziende di ogni settore, impegnate quotidianamente a promuoverla in tutti i modi possibili. Un argomento che – nella letteratura – ha visto coinvolti numerosi autori di psicologia, sociologia e anche economia che hanno proposto diverse teorie sulla motivazione al lavoro.

I punti che queste toccano sono molto ampi, ma tutte condividono l‘importanza di questa forza per il benessere delle persone e per il successo dell’azienda. In questo articolo approfondiremo alcune delle teorie più celebri in materia, tre per l’esattezza.

Gli autori che hanno parlato di motivazione al lavoro

Abbiamo anticipato che il tema della motivazione al lavoro è stato affrontato da numerosi autori che si sono concentrati su vari aspetti della questione. Tra i più noti vi sono Abraham Maslow, Frederick Herzberg e Douglas McGregor. Scopriamo insieme le loro celebri teorie.

La piramide dei bisogni di Maslow

Abraham Maslow è stato uno dei più influenti psicologi della seconda metà del XX secolo. La sua teoria della motivazione umana ha infatti avuto un enorme impatto nello studio della psicologia del lavoro. Secondo Maslow le persone sono animate da alcuni bisogni che vanno da un livello più basso al più alto di una vera e propria piramide, la famosissima piramide dei bisogni di Maslow. I bisogni fisiologici costituiscono il livello più basso, seguiti da quelli di sicurezza, di appartenenza, di stima e infine dal bisogno di autorealizzazione. Tutti questi devono essere soddisfatti, ma con priorità diverse.

Alla luce di questo, secondo l’autore, la motivazione al lavoro deriva da un bisogno fondamentale dell’individuo, ovvero il bisogno di realizzarsi come persona ma anche come professionista. Quando il proprio operato viene riconosciuto e apprezzato, il singolo percepisce un senso di massima soddisfazione. Ed è proprio a quel punto che si sarà raggiunto il livello più alto della piramide.

Teoria igienico-motivante di Herzberg

Sulla stessa scia di Maslow si è distinto Frederick Herzberg, con la sua teoria dei fattori duali. Secondo Herzberg la motivazione al lavoro è determinata principalmente da due fattori, ovvero: 

  • Fattori motivanti, che spingono l’individuo a compiere il proprio lavoro. Tra questi possiamo elencare le opportunità di carriera, la responsabilità, il riconoscimento, crescita professionale, contenuto del lavoro, soddisfazione.
  • Fattori igienici, che impediscono all’individuo di abbandonare il proprio lavoro. Questi includono lo stipendio, le condizioni di lavoro, la sicurezza sul posto di lavoro, il rapporto con i colleghi… Questi fattori, se restano insoddisfatti, possono creare malcontento e malessere.

L’autore non ha dubbi: per motivare le persone, soprattutto sul posto di lavoro, bisogna puntare sui fattori motivanti e non su quelli igienici. Questo principalmente perché:

  • Permettono di ottenere soddisfazioni intrinseche e estrinseche;
  • Aumentano il piacere nel fare quotidianamente;
  • Migliorano il riconoscimento da parte degli altri.

Teoria X e Teoria Y di McGregor

Tra gli autori che hanno maggiormente contribuito in materia di motivazione possiamo citare sicuramente Douglas McGregor, che ha distinto tra due diverse tipologie di teorie in grado di avere influenza sulla motivazione umana: la Teoria X, basata sul timore e sulla punizione, e la Teoria Y, basata sul riconoscimento e sulla soddisfazione.

  • La Teoria X, promossa da uno stile di gestione autoritario, si fonda sul principio che gli esseri umani sono naturalmente pigri e tendono ad evitare i carichi di lavoro; per questa ragione, è necessario ricorrere a stimoli esterni (minacce, punizioni, coercizioni) per spingerli a produrre. Tutto questo dà luogo a una situazione dove regnano la sfiducia e la scarsa collaborazione;
  • La Teoria Y invece, che si contraddistingue per uno stile di management partecipativo, sostiene che gli esseri umani sono naturalmente portati all’ambizione e al miglioramento; per questa ragione, è necessario fornire loro un contesto adatto (condizioni di lavoro sicure ed eque, relazioni positive con i colleghi etc) in cui esprimersi e dare il meglio di sé

McGregor è convinto che quando un manager favorisce un atteggiamento positivo rispetto ai membri del suo team questo possa contribuire anche sul clima aziendale, un aspetto più che fondamentale in ogni organizzazione. Noi non potremmo essere che d’accordo con l’autore, e sappiamo che le aziende che ci scelgono per la ricerca di personale la pensano proprio come noi.

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