Turnover aziendale: perché tenerlo monitorato?

Turnover aziendale

Si tratta di uno di quegli indicatori che compaiono con frequenza in articoli accademici, manuali di gestione risorse umane e opuscoli sullo stato dell’occupazione: ma ti sei mai chiesto cosa sia e cosa indichi davvero il tasso di turnover aziendale

Noi crediamo non sia solo un numero, ma dica molto della politica di gestione HR interna a un’azienda. Spesso ci si interroga su quanto costa un dipendente all’azienda, escludendo cosa il turnover del personale abbia a che fare con questo. Se hai poche e confuse idee sull’argomento, non preoccuparti: abbiamo scritto un articolo ad hoc per spiegare l’argomento e fugare ogni dubbio!

Che cos’è il turnover aziendale?

Se questo è il tuo primo approccio all’argomento, non preoccuparti! Ti forniamo la definizione di turnover aziendale: in pratica, si tratta del flusso di nuovi ingressi e uscite interne all’azienda, dunque chi viene assunto e chi abbandona l’organizzazione, in seguito a dimissioni o licenziamento. 

Il fatto che il turnover esista è fisiologico, non possiamo pensare tutte le persone rimarranno in un’unica azienda nel corso della propria vita. Quindi, perché se ne parla tanto? Perché questo numero – di cui a breve illustreremo la formula per il calcolo -, non consente solo di conoscere la dimensione del volume di entrate e di uscite che l’impresa ha dovuto gestire nel corso del periodo preso in considerazione; racconta molto del contesto, della cultura dell’azienda e della gestione risorse umane. E quando il numero è molto alto, forse è il caso di preoccuparsi.

 Come calcolare il turnover aziendale?

Quando preoccuparti? Inizia a calcolarlo, e se non sai come fare ecco le formule. Parliamo al plurale perché – in base alle necessità – le formule per il calcolo del turnover aziendale sono diverse e diversificate, per rispondere a ciò che ti interessa sapere in merito al ricambio del personale all’interno di un’organizzazione. 

Ecco gli indicatori:

Tasso di turnover complessivo: (entrati + usciti nel periodo / organico medio del periodo) * 100
Tasso di turnover negativo: (usciti nel periodo / organico inizio periodo) * 100
Tasso di turnover positivo:(entrati nel periodo / organico inizio periodo) * 100
Tasso di compensazione del turnover:(entrati nel periodo / usciti nel periodo) * 100

Cosa fare con questi numeri? Sicuramente saranno indispensabili nell’impostazione di nuovi piani di assunzione, di formazione e mobilità interna! Una considerazione per interpretarli correttamente: è fondamentale disaggregare per cause (dimissioni, licenziamenti, pensionamenti…), per classi di età, per qualifica e per posizione di lavoro, per classe retributiva, per anzianità aziendale. 

C’è un’altra formula che bisognerebbe tenere a mente, nel caso in cui si valutasse “un’inversione di rotta”, ovvero il costo diretto di turnover (si calcola moltiplicando il costo per assunto per assunti per turnover). Dare valore a questo numero e porre rimedio in caso di situazione sfavorevole è la definizione di come trasformare un costo in opportunità!

Come ridurre il turnover?

Se valuti alto il turnover e ti chiedi come ridurlo, ti consigliamo di porre attenzione alle cause che lo scatenano. In questo senso, un’idea può essere valutare con attenzione le principali cause d’insoddisfazione sul posto di lavoro, che schematizziamo in questo modo: 

  • Contesto di lavoro: posizioni non attrattive e carichi eccessive, dinamiche relazionali suppletive e mancanza di flessibilità; 
  • Valorizzazione delle risorse: remunerazione bassa o peggio gender pay gap, avanzamenti di carriera troppo lenti o scarsa sicurezza sul posto di lavoro;
  • Contenuto del lavoro: piani di crescita non realistici o assenti, organico insufficiente per svolgere le mansioni quotidiane. 

Ovviamente, si tratta di scenari non applicabili a tutte le aziende: costituiscono però una base da cui partire!

Quando il turnover è considerato alto?

Elevata rotazione del personale, quando capire che si sta verificando nella propria azienda? I dati ci restituiscono una cifra, sulla quale vanno però innestate le considerazioni che abbiamo proposto prima. Seconda l’opinione comune degli esperti nel mondo HR, il turnover è alto quando è superiore al 15%. Quando invece il ricambio di personale si aggira attorno al 5%, è da considerarsi basso.

Il tasso di turnover lavorativo nelle aziende italiane

Prescindendo dal 2020, anno impietoso per l’occupazione e unico per i provvedimenti attuati, ricordiamo il blocco dei licenziamenti, riportiamo i numeri dell’anno precedente. Stando a un’indagine condotta da Assolombarda, nell’anno 2019 – grazie ai dati forniti da circa 1.200 aziende che hanno partecipato all’iniziativa – si è registrato un tasso di turnover medio del 21,1%, molto simile al trend restituito dai dati del 2018, dove il tasso di turnover registrato è stato del 21,2%.

Scegliere Jobtech per le proprie ricerche di personale significa dare valore al turnover, ridurlo e circondarsi di collaboratori selezionati sulla base delle reali esigenze dell’azienda, del settore e della cultura aziendale. Se vuoi scoprire cosa possiamo fare per te, contattaci!

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