Turnover aziendale: perché tenerlo monitorato?

Turnover aziendale

Si tratta di uno di quegli indicatori che compaiono con frequenza in articoli accademici, manuali di gestione risorse umane e opuscoli sullo stato dell’occupazione: ma ti sei mai chiesto cosa sia e cosa indichi davvero il tasso di turnover aziendale

Noi crediamo non sia solo un numero, ma dica molto della politica di gestione HR interna a un’azienda. Spesso ci si interroga su quanto costa un dipendente all’azienda, escludendo cosa il turnover del personale abbia a che fare con questo. Se hai poche e confuse idee sull’argomento, non preoccuparti: abbiamo scritto un articolo ad hoc per spiegare l’argomento e fugare ogni dubbio.

Che cos’è il turnover aziendale?

Se questo è il tuo primo approccio all’argomento, non preoccuparti. Ti forniamo la definizione di turnover aziendale: in pratica, si tratta del flusso di nuovi ingressi e uscite interne all’azienda, dunque chi viene assunto e chi abbandona l’organizzazione, in seguito a dimissioni o licenziamento. 

Il fatto che il turnover esista è fisiologico, non possiamo pensare tutte le persone rimarranno in un’unica azienda nel corso della propria vita. Quindi, perché se ne parla tanto? Perché questo numero – di cui a breve illustreremo la formula per il calcolo -, non consente solo di conoscere la dimensione del volume di entrate e di uscite che l’impresa ha dovuto gestire nel corso del periodo preso in considerazione; racconta molto del contesto, della cultura dell’azienda e della gestione risorse umane. E quando il numero è molto alto, forse è il caso di preoccuparsi.

 Come calcolare il turnover aziendale?

Quando preoccuparti? Inizia a calcolarlo, e se non sai come fare ecco le formule. Parliamo al plurale perché – in base alle necessità – le formule per il calcolo del turnover aziendale sono diverse e diversificate, per rispondere a ciò che ti interessa sapere in merito al ricambio del personale all’interno di un’organizzazione. 

Ecco gli indicatori:

Tasso di turnover complessivo: (entrati + usciti nel periodo / organico medio del periodo) * 100
Tasso di turnover negativo: (usciti nel periodo / organico inizio periodo) * 100
Tasso di turnover positivo:(entrati nel periodo / organico inizio periodo) * 100
Tasso di compensazione del turnover:(entrati nel periodo / usciti nel periodo) * 100

Cosa fare con questi numeri? Sicuramente saranno indispensabili nell’impostazione di nuovi piani di assunzione, di formazione e mobilità interna. Una considerazione per interpretarli correttamente: è fondamentale disaggregare per cause (dimissioni, licenziamenti, pensionamenti…), per classi di età, per qualifica e per posizione di lavoro, per classe retributiva, per anzianità aziendale. 

C’è un’altra formula che bisognerebbe tenere a mente, nel caso in cui si valutasse “un’inversione di rotta”, ovvero il costo diretto di turnover (si calcola moltiplicando il costo per assunto per assunti per turnover). Dare valore a questo numero e porre rimedio in caso di situazione sfavorevole è la definizione di come trasformare un costo in opportunità.

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Come ridurre il turnover?

Se valuti alto il turnover e ti chiedi come ridurlo, ti consigliamo di porre attenzione alle cause che lo scatenano. In questo senso, un’idea può essere valutare con attenzione le principali cause d’insoddisfazione sul posto di lavoro, che schematizziamo in questo modo: 

  • Contesto di lavoro: posizioni non attrattive e carichi eccessive, dinamiche relazionali suppletive e mancanza di flessibilità; 
  • Valorizzazione delle risorse: remunerazione bassa o peggio gender pay gap, avanzamenti di carriera troppo lenti o scarsa sicurezza sul posto di lavoro;
  • Contenuto del lavoro: piani di sviluppo professionale non realistici o assenti, organico insufficiente per svolgere le mansioni quotidiane. 

Ovviamente, si tratta di scenari non applicabili a tutte le aziende: costituiscono però una base da cui partire.

Quando il turnover è considerato alto?

Elevata rotazione del personale, quando capire che si sta verificando nella propria azienda? I dati ci restituiscono una cifra, sulla quale vanno però innestate le considerazioni che abbiamo proposto prima. Seconda l’opinione comune degli esperti nel mondo HR, il turnover è alto quando è superiore al 15%. Quando invece il ricambio di personale si aggira attorno al 5%, è da considerarsi basso.

In modo un software HR può influire su un tasso di turnover elevato?

Un software HR può contribuire a ridurre un tasso di turnover elevato in diversi modi. Analizziamoli insieme:

  1. Analisi dei dati sul turnover: un software HR può raccogliere e analizzare dati sul turnover, consentendo all’organizzazione di identificare i motivi principali per cui i dipendenti lasciano l’azienda. Questa analisi può rivelare tendenze e problemi comuni, consentendo all’azienda di prendere misure preventive;
  2. Programmi di formazione e sviluppo: un software HR può aiutare a pianificare e monitorare programmi di formazione e sviluppo per i dipendenti. Migliorare le competenze e le opportunità di crescita professionale può rendere l’organizzazione più attraente per i dipendenti, riducendo il loro desiderio di cercare altrove;
  3. Gestione delle prestazioni: un sistema di gestione delle prestazioni integrato può aiutare a identificare i dipendenti che potrebbero essere insoddisfatti o che necessitano di ulteriore supporto. La valutazione delle prestazioni può portare a piani di miglioramento personalizzati per ridurre il rischio di turnover;
  4. Feedback e coinvolgimento dei dipendenti: i software HR possono facilitare la raccolta di feedback anonimi dai dipendenti, consentendo loro di esprimere preoccupazioni e suggerimenti. Inoltre, possono essere utilizzati per misurare il coinvolgimento dei dipendenti attraverso sondaggi e valutazioni. Un elevato coinvolgimento dei dipendenti è spesso correlato a un turnover più basso.
  5. Comunicazione interna e cultura aziendale: i software HR possono aiutare a promuovere una comunicazione interna efficace e una cultura aziendale positiva. Questi fattori possono contribuire a creare un ambiente di lavoro in cui i dipendenti si sentono valorizzati e coinvolti;
  6. Pianificazione della successione: un software HR può facilitare la pianificazione della successione, assicurando che ci siano piani di backup per le posizioni chiave. Questo può ridurre l’incertezza e il rischio legati al turnover dei dirigenti e dei dipendenti chiave;
  7. Benefit e incentivazione: i software HR possono gestire i benefit e i programmi di incentivazione che rendono l’azienda più attraente per i dipendenti. Questi benefit possono includere piani di assicurazione sanitaria, piani pensionistici, bonus e altre forme di ricompensa;
  8. Miglioramento dei processi di assunzione: ottimizzare i processi di assunzione attraverso un software HR può portare a un reclutamento più efficace e a una migliore corrispondenza tra i candidati e le esigenze dell’azienda.

Complessivamente, un software HR ben progettato e utilizzato in modo strategico può svolgere un ruolo significativo nella riduzione del turnover elevato, contribuendo a creare un ambiente di lavoro più stabile, soddisfacente e attraente per i dipendenti.

Ed è per questo che stiamo sviluppando Jotto: uno strumento nuovo, moderno e facile da utilizzare, per gestire i tuoi lavoratori e il loro percorso in azienda. Così puoi ottimizzare le tue attività quotidiane, e avere a tua disposizione tutte le informazioni di cui hai bisogno per prendere decisioni strategiche più consapevoli.

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