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Nel mondo del lavoro, in questo periodo storico più che mai, l’aggiornamento costante delle competenze è un elemento fondamentale per la crescita delle imprese, soprattutto perché quest’ultima passa attraverso la crescita professionale dei dipendenti.
È in questo contesto che emergono i concetti di upskilling e reskilling, due termini che stanno guadagnando sempre più importanza nell’ambito delle risorse umane. Qui esploriamo il significato di queste due parole, e come i ruoli HR possono supportare i dipendenti a rimanere competitivi e sempre più flessibili.
Upskilling: traduzione e significato.
L’upskilling (in italiano “miglioramento” o “aggiornamento”) si riferisce al processo di acquisizione di nuove competenze o all’approfondimento di competenze esistenti per migliorare la performance in una posizione attuale o prepararsi per nuove opportunità di carriera. Questo può includere corsi di formazione, workshop, mentorship, o altri programmi di sviluppo professionale.
Reskilling: traduzione e significato.
Il reskilling, d’altra parte – che in italiano possiamo tradurre in “riqualificazione” – riguarda il processo di apprendimento di nuove competenze che sono significativamente diverse da quelle precedentemente possedute, al fine di consentire ai dipendenti di svolgere nuovi compiti o di adattarsi a nuovi ruoli all’interno dell’azienda. Un processo particolarmente rilevante in un’epoca in cui la tecnologia e le dinamiche del mercato possono rendere alcune competenze obsolete.
Perché i concetti di upskilling e reskilling vengono spesso confusi?
Principalmente perché entrambi riguardano il processo di acquisizione di nuove competenze o il miglioramento delle competenze esistenti. Tuttavia si differenziano per l’obiettivo e il contesto in cui vengono utilizzati. Ecco alcune ragioni per cui queste due parole sono spesso confuse l’una per l’altra:
- Somiglianze concettuali. Upskilling e reskilling sono entrambi processi di sviluppo delle competenze. Entrambi implicano che i dipendenti acquisiscano nuove abilità o migliorino quelle esistenti, e questa somiglianza concettuale può portare a confusione;
- Cambiamenti del mondo del lavoro. Il mondo del lavoro sta cambiando rapidamente a causa dell’evoluzione della tecnologia, dei mercati e delle esigenze dei clienti. Questo ha reso comune la necessità di adattare costantemente le competenze dei lavoratori, sia per prepararli a nuovi ruoli (reskilling) che per migliorare le loro capacità esistenti (upskilling);
- Overlapping dei processi. In molti casi, l’upskilling può comportare una certa quantità di reskilling, e viceversa. Ad esempio, se un dipendente sta cercando di migliorare le sue competenze digitali per rimanere competitivo nel suo ruolo attuale, sta facendo upskilling. Tuttavia, se queste nuove competenze digitali sono così diverse dalle sue abilità attuali che gli consentono di svolgere un ruolo completamente diverso all’interno dell’azienda, allora si tratta di reskilling;
- Utilizzo della terminologia. L’utilizzo più o meno corretto di queste parole può variare tra diverse organizzazioni e settori. Alcune aziende possono usare i termini in modo intercambiabile o con definizioni leggermente diverse, aumentando così la confusione;
- Contesto organizzativo. La distinzione tra upskilling e reskilling può variare a seconda dell’organizzazione. In un’azienda, il miglioramento delle competenze esistenti potrebbe essere considerato upskilling, mentre in un’altra potrebbe essere considerato reskilling se le competenze richieste stanno cambiando in modo significativo i processi aziendali.
In effetti sì, upskilling e reskilling condividono alcune somiglianze, ma la chiave per comprendere la differenza è quale obiettivo si intende raggiungere con lo sviluppo delle competenze.
E per quanto possa sembrare banale, la chiarezza nella definizione e nell’utilizzo di questi termini è fondamentale per gestire nel modo migliore un piano di sviluppo professionale per i dipendenti di un’organizzazione.
In quali settori sono particolarmente importanti upskilling e reskilling?
L’importanza di upskilling e reskilling è particolarmente evidente soprattutto in quei settori del mercato del lavoro in rapida evoluzione e con alti tassi di innovazione.
Ad esempio, l’industria tecnologica richiede competenze in costante aggiornamento a causa dell’incessante sviluppo di nuove tecnologie e linguaggi di programmazione. In campo medico, le pratiche e le tecnologie avanzano rapidamente, richiedendo al personale sanitario l’acquisizione di nuove competenze. Nel settore manifatturiero, l’automazione sta cambiando il panorama lavorativo, richiedendo ai dipendenti di apprendere nuove abilità per operare in un ambiente sempre più automatizzato. Allo stesso modo, in ambito finanziario, le tecnologie finanziarie (fintech) stanno trasformando la gestione finanziaria, richiedendo la formazione di professionisti nelle nuove metodologie e strumenti.
In sintesi, l’upskilling e il reskilling sono particolarmente vitali in tutti quei settori che sono in costante evoluzione per rimanere competitivi e adeguati alle sfide del mercato.
Upskilling e reskilling: come devono comportarsi gli HR?
Gli addetti alle risorse umane svolgono un ruolo chiave nell’identificare, pianificare e implementare processi di upskilling e reskilling all’interno dell’azienda. Ecco come possono farlo:
- Identificazione delle competenze. Le risorse umane possono lavorare in stretta collaborazione con i dirigenti e i responsabili dei dipartimenti per identificare un bilancio delle competenze necessarie per affrontare le sfide attuali e future dell’azienda. Questa analisi è fondamentale per determinare quali dipendenti abbiano bisogno di upskilling o reskilling;
- Sviluppo di programmi formativi. Una volta individuate le lacune nelle competenze, il team HR può collaborare con esperti interni ed esterni per creare programmi di formazione su misura che possono variare in base alle esigenze specifiche dei dipendenti e delle posizioni che si ricoprono e che si intende andare a ricoprire;
- Monitoraggio e valutazione. È importante valutare l’efficacia dei programmi di upskilling e reskilling grazie agli indicatori chiave di performance (KPI) per valutare il progresso dei dipendenti e apportare eventuali miglioramenti ai programmi in corso;
- Adattabilità al cambiamento. Gli addetti alle risorse umane devono essere flessibili e adattabili alle mutevoli esigenze dell’azienda, aggiornando frequentemente i programmi di formazione per essere pronti a sperimentare nuovi approcci.
Sapevi che un software HR può svolgere un ruolo significativo nel supportare le iniziative di upskilling e reskilling, semplificando il processo e migliorando l’efficacia delle attività di formazione e sviluppo delle competenze? Soprattutto in ottica di monitoraggio, perché consente di tenere traccia dei progressi e generare report dettagliati sull’andamento dell’apprendimento. Tutte informazioni essenziali – chi si occupa di HR Management lo sa bene – per valutare il ritorno sugli investimenti nelle iniziative di upskilling e reskilling.
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