Alternanza Scuola Lavoro: cos’è?

Alternanza Scuola Lavoro

Era il 2015, e la legge 107 (La buona Scuola) introduceva l’Alternanza scuola-lavoro (PCTO): una modalità didattica innovativa alternativa, propedeutica ad avvicinare gli studenti delle scuole superiori al mondo del lavoro.

Ma cos’è l’Alternanza scuola lavoro?

Tra prime responsabilità, incarichi, monitoraggi e correzioni, l’Alternanza è entrata a far parte del lessico degli studenti e delle attività da portare a termine durante il ciclo di studi, che – non sempre soddisfatti – hanno iniziato a prendere parte a quella che, per la quasi totalità di loro, è la prima esperienza lavorativa.

In questo articolo intendiamo sciogliere alcuni nodi che circondano l’argomento, come la disciplina, la durata, la natura dell’obbligo e la valutazione. Siete pronti? Partiamo!

La disciplina e la durata

La disciplina dell’alternanza scuola lavoro è regolata dagli articoli 33 e 43 della legge 107/2015. L’articolo 33, in particolare, norma la durata diversa per i licei rispetto agli istituti dedicati all’istruzione professionale o tecnica dato che questi ultimi sono più orientati all’entrata diretta nel mondo del lavoro.

Quante ore di Alternanza sono obbligatorie? La durata del “rapporto”, se così lo si vuole definire, varia in questo modo: almeno 400 ore negli istituti tecnici e professionali, e almeno 200 ore per i licei. Le attività di alternanza possono essere svolte durante la sospensione delle attività didattiche e all’estero, nonché con modalità pattuite dall’ente di destinazione.

Obbligatoria: sì, ma per quali studenti?

Per tutti gli studenti regolarmente iscritti ad un liceo o ad un istituto tecnico professionale, che sia agrario o istituto alberghiero, che stiano frequentando la terza, la quarta o la quinta. 

È parte integrante dei vari percorsi didattico, i gli studenti devono essere adeguatamente informati sul progetto, sulle finalità educative e formative dello stesso, ed essere inseriti in un ambiente favorevole all’apprendimento.

Il monitoraggio dell’attività è di competenza della Commissione per l’alternanza scuola-lavoro, posta all’interno di ciascun Ufficio Scolastico Regionale: esso resta in carica due anni, e ha il compito di vigilare la corretta applicazione delle norme da ambo le parti.

Come si svolge l’alternanza scuola lavoro

I momenti dell’alternanza sono questi: il primo include la scelta del percorso formativo (la lista completa degli enti e aziende si trova nel Registro nazionale delle imprese), l’incontro con le aziende, lo svolgimento dell’attività, la firma del patto formativo e la valutazione finale delle competenze acquisite.

Tutte le fasi sono importanti, ma c’è un momento che merita un particolare riguardo, ovvero l’incontro tra lo studente e il tutor scolastico per stabilire che tipo di percorso intraprendere, sulla base delle attitudini e ambizioni dello studente. 

Al tutor scolastico si affiancherà poi, all’interno dell’azienda, il tutor esterno: si tratta della figura che lo studente riceverà in affiancamento durante il periodo di alternanza, e che avrà il compito di assisterlo, guidarlo e monitorarlo.

La valutazione delle competenze

Si tratta del momento conclusivo, e sigla i traguardi completati dal giovane nel suo percorso in azienda; terminato il progetto, la scuola e la struttura ospitante – dopo un confronto – firmeranno un Certificato delle competenze, che include ciò che lo studente ha concluso durante l’Alternanza. 

Tale valutazione include: 

  • descrizione delle competenze e degli obiettivi attesi al termine del percorso; 
  • accertamento delle competenze in ingresso; 
  • programmazione degli strumenti e azioni di osservazione; 
  • verifica dei risultati conseguiti nelle fasi intermedie; 
  • accertamento delle competenze in uscita, che riguardano competenze specifiche e competenze trasversali.

Hard e soft skill hanno entrambe peso, all’interno di questa valutazione; non sarà soltanto lo studente ad essere oggetto, perché sarà anche soggetto attivo nel valutare lui stesso l’esperienza. 

Il giovane dovrà infatti produrre una relazione, che include una presentazione dell’alternanza scuola lavoro da lui intrapresa: sarà anche oggetto della prova orale dell’esame di maturità, come è previsto nelle nuove norme in vigore.

Orientamento e riduzione di un divario?

Sull’alternanza scuola lavoro si è detto tutto e il contrario di tutto. Molti studenti raccontano come la loro esperienza si sia tramutata in manovalanza non retribuita, in quanto utilizzati per svolgere mansioni ripetitive e a basso valore aggiunto. 

Altri ancora testimoniano di aver avuto l’opportunità di mettere a frutto le conoscenze acquisite a scuola, e che l’alternanza sia stata un autentico momento di apprendimento e orientamento, funzionale a comprendere la posizione lavorativa che avrebbero voluto ricoprire in futuro.

Quello che è certo, è che si è compresa la capacità formativa dei momenti trascorsi in una struttura, fosse essa un’azienda, un ente o uno studio professionale, e che le imprese stesse hanno guadagnato menti giovani, critiche e reattive, stringendo una relazione con loro, anche se temporanea.

Ciò che è apprezzabile è il desiderio di colmare un divario molto sentito nel nostro Paese, ovvero quello tra scuola e mondo del lavoro: un primo passo è stato fatto, ora occorre rendere l’Alternanza un momento sempre più stimolante e indispensabile per gli studenti!

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