Retribuire in caso di malattia: a chi spetta e a quanto ammonta

Retribuire un dipendente in caso di malattia

“Come retribuire i dipendenti in caso di malattia’”: gli addetti al lavoro lo sanno, è la risposta più ricorrente, ma che si riceve più spesso di quanto si vorrebbe.  La risposta? “La retribuzione in malattia – come moltissime altre cose – dipende dal CCNL di pertinenza”. Purtroppo è così, e non possiamo farci nulla.

La retribuzione dei dipendenti in caso di assenze per malattia è un argomento spinoso, dove il CCNL è sovrano la contrattazione tra sindacati dei lavoratori e dei datori di lavoro ha norme ben precise in questo caso, impossibili da elencare in un unico articolo. Ma proviamo a fare chiarezza!

Cos’è l’indennità di malattia

L’indennità di malattia è una cifra corrisposta al dipendente che – inseguito a un evento definito “morboso”, che ne determina l’incapacità a svolgere la propria professione – costituisce una forma di sostentamento a lui destinato.

Dunque… Malattia, come viene retribuita? In caso in cui la curiosità riguardi la degenza ospedaliera, premettiamo che l’indennità spetta nei casi in cui il lavoratore non sia titolare di pensione e non sia iscritto ad altre forme previdenziali obbligatorie, per un massimo di 180 giorni di degenza nell’anno solare, compresi i giorni di regime di day hospital.

Chi eroga questa indennità di malattia?

In prima battuta se ne occupa il datore di lavoro, che viene successivamente “rimborsato” dall’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale. L’INPS interviene da subito? No, dal quarto giorno consecutivo di malattia, i primi tre giorni solo a carico del datore di lavoro. Dunque se avete sentito parlare di “primi tre giorni di malattia non retribuiti” non corrisponde a verità!

A chi è destinata l’indennità di malattia?

Come da comunicazione dell’INPS, l’indennità spetta a operai del settore industria, operai e impiegati del settore terziario e servizi, lavoratori dell’agricoltura, sospesi dal lavoro, marittimi, apprendisti e disoccupati. 

Non è prevista nei confronti di collaboratori domestici (colf e badanti per intenderci), impiegati e quadri d’industria e artigianato, dirigenti, portieri e lavoratori con partita IVA. 

L’ammontare dell’indennità

Salvo diversa indicazione da parte del CCNL di riferimento, l’indennità è corrisposta nella misura del 50% della retribuzione media giornaliera dal 4° al 20° giorno e del 66,66% dal 21° al 180° giorno.

Ad esempio, per i lavoratori marittimi e dello spettacolo l’importo è diverso, così come nel caso di dipendenti di laboratori di pasticceria o disoccupati: è fondamentale avere chiare le specifiche del CCNL applicato alla propria azienda.

Come retribuire il dipendente se è in malattia per Covid-19?

Come viene retribuita la malattia da coronvirus? Impossibile non menzionare la possibilità che il motivo della malattia del dipendente sia il Covid-19: in questo caso la regola vale, e il lavoratore deve ottenere un certificato di malattia dal proprio medico curante.

L’INPS equipara questo tipo di malattia alle altre, riconoscendo dunque l’indennità. Aggiungiamo l’equiparazione della quarantena alla malattia, ai fini del trattamento economico previsto dal CCNL di riferimento.

Visto che siamo in argomento… Sai cosa fare se dove esserci un caso di covid in azienda? La prevenzione è fondamentale, ma lo è anche farsi trovare preparati in caso questa sfortunata circostanza dovesse verificarsi!

Cosa fare se il dipendente si ammala in trasferta?

Caso raro, ma non impossibile. In questo caso – e specifichiamo che facciamo riferimento solo a una malattia o incidente avvenuto in paese della Comunità europea – il regolamento impone l’applicazione della legislazione del paese dove risiede l’assicurato. 

Il dipendente dovrà presentare il certificato di malattia all’INPS e al datore di lavoro entro due giorni dal rilascio dello stesso. Un’altra possibilità è rivolgersi all’autorità locale competente, che procederà ad accertare l’incapacità al lavoro e alla compilazione del certificato da trasmettere immediatamente all’istituzione competente.

E nel caso in cui la malattia insorga in paesi che non hanno stipulato con l’Italia convenzioni o accordi o in paesi extracomunitari? In questo caso la questione si complica, e il certificato deve ricevere validazione legale dall’ambasciata italiana del paese in questione. 

Cosa devono fare i lavoratori?

All’insorgere della malattia, il lavoratore deve farsi rilasciare dal proprio medico curante il certificato di malattia: sarà cura del medico stesso trasmettere l’attestato all’INPS; grazie al certificato telematico, il lavoratore è esonerato dall’inviare il certificato al proprio datore di lavoro. Vuoi consultarlo? Trovi il certificato sul portale a te dedicato sul sito dell’INPS. 

Durante il periodo in cui il lavoratore sarà assente dal lavoro, è importante che rimanga a casa (intesa come domicilio da lui stesso indicato), per sottoporsi a controlli di verifica da parte dell’INPS. Questi controlli attestano l’effettiva incapacità lavorativa del dipendente, e gli orari sono: dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19, inclusi sabato e domenica.

Se hai domande sui CCNL, sugli aspetti retributivi, previdenziali e sulla malattia, perché non ne parliamo insieme? Il nostro team di amministrazione saprà certamente rispondere alle tue domande, consigliati la migliore scelta possibile per la tua azienda!

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