Volontariato aziendale: un’idea per la tua impresa!

Volontariato aziendale: un’idea per la tua impresa

Il volontariato aziendale si fa strada anche in Italia, complice l’alone virtuoso che circonda l’imprenditoria italiana nell’ultimo periodo. Come spesso accade, si tratta di un fenomeno d’importazione – statunitense, in questo caso – che si inserisce in un più ampio contesto di iniziative volte al benessere e welfare dei dipendenti

La partecipazione attiva dei lavoratori è una delle priorità delle aziende più evolute, e coinvolgere il team in attività di volontariato e team building è una delle idee più apprezzate. Non solo perché contribuisce a fare del bene, ma anche perché restituisce un’immagine positiva dell’impresa e di chi vi lavora. 

In questo articolo ci occuperemo proprio di aziende e volontariato, fornendo idee ed esempi di volontariato aziendale, ma con un occhio di riguardo alla normativa. Le tipologie sono tantissime, e scegliere quella adatta è importantissimo. Ma addentriamoci più a fondo nell’argomento, buona lettura!

Perché è un’idea da implementare?

Perché sempre più lavoratori sono attenti alla CRS, o corporate social responsability. La responsabilità sociale d’impresa è quell’insieme di politiche e iniziative che le aziende mettono in campo per lasciare un’impronta positiva nel mondo e coinvolgere i propri lavoratori. 

Diventa così uno strumento di brand awareness e talent attraction da non sottovalutare! Un’azienda impegnata in attività benefiche godrà anche dell’attenzione di investitori, se si trova in una fase di crescita e sviluppo del business. 

Un ulteriore aspetto da non sottovalutare è la creazione di momenti di team building: bene le escape room e le sfide con i go kart, ma non è detto che i lavoratori non apprezzino l’idea di essere guide museali per un giorno, oppure di prendere parte ad attività con bambini o animali!

Il ruolo delle aziende nello stimolare il volontariato

Non sottovalutiamo un fattore: molto spesso, chi è assunto in azienda (ipotizziamo il classico orario 9/18) non ha il tempo materiale di dedicarsi alle attività di volontariato che gli stanno a cuore. È giusto e comprensibile. 

Ecco perché se è l’azienda stessa a offrire la possibilità di fare attività di volontariato durante l’orario di lavoro, creando percorsi e progetti ad hoc, sarà l’intero clima aziendale a beneficiarne! 

Durante l’ideazione dell’iniziativa, il ruolo dell’azienda includerà necessariamente una valutazione della (o delle, perché è possibile portare avanti più di un’iniziativa) cause più sentite e importanti per il team. Allo stesso modo, sarà importante specificare come la partecipazione sia libera e volontaria, in ottemperanza alla sensibilità e alla disponibilità dei singoli partecipanti.

Le modalità per i dipendenti

Le imprese italiane possono offrire ai dipendenti ogni anno la possibilità di dedicare ogni anno 3 giornate lavorative alle attività di volontariato. La modalità più utilizzata è quella di “inviare” i lavoratori nelle non profit a svolgere compiti o progetti specifici a tempo, prestazioni professionali pro bono, attività di mentoring a favore di individui segnalati da associazioni non profit.

Allo stesso modo, è frequente che l’azienda organizza giornate dedicate al lavoro volontario all’interno di enti e non profit. Per garantire il coinvolgimento positivo dei dipendenti, le ore spese in attività benefiche devono essere normalmente retribuite.

I permessi retribuiti per i volontari

A chiarire la questione dei permessi retribuiti per attività di volontariato, ci pensa il D.Lgs.117/2017: “I lavoratori subordinati che intendano svolgere attività’ di volontariato in un ente del Terzo settore hanno diritto di usufruire delle forme di flessibilità di orario di lavoro o delle turnazioni previste dai contratti o dagli accordi collettivi, compatibilmente con l’organizzazione aziendale”. 

La concessione della flessibilità citata dall’articolo si rimette a queste condizioni: finalizzazione del beneficio allo svolgimento di attività di volontariato; obbligo del recupero compensativo; priorità delle esigenze organizzative delle aziende di appartenenza; recepimento del principio nei contratti collettivi di categoria e rispetto dei criteri di fruizione stabiliti dai contratti stessi.

Sicuramente quella dei permessi retribuiti è un’opzione da tenere a mente, ma noi crediamo fortemente nel valore delle attività di volontariato inserite nel contesto aziendale. Non dover chiedere un permesso e poter svolgere l’attività insieme ai colleghi accresce sicuramente il beneficio dell’iniziativa, per i membri del team!

Se cos’è il volontariato aziendale ti è chiaro, cosa aspetti a implementarlo nella tua realtà? Le possibilità sono tantissime! Dalle attività nei canili, negli ospedali, per i senzatetto o a favore dell’ambiente: si tratta di gesti che difficilmente verranno dimenticati, e contribuiranno a rendere il team più unito.

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