24 Gennaio 2022
10 minuti di lettura

Osservatorio sul lavoro: 2°Semestre 2021

osservatorio jobtech

Executive Summary

Il secondo semestre del 2021 è stato caratterizzato da un allentamento delle misure restrittive conseguenti alla pandemia da coronavirus: la graduale ripartenza di molti dei settori lavorativi costretti a fermarsi in altre fasi della crisi sanitaria ha fatto emergere trend occupazionali, settori in forte crescita e altri in lenta ripresa, che noi abbiamo analizzato.

Il secondo Osservatorio sul mondo del lavoro di Jobtech è dedicato agli avvenimenti compresi tra luglio e dicembre del 2021 e alla loro ripercussione nel settore dell’occupazione. L’obiettivo di questa analisi è infatti definire l’identikit dei jobseeker, delineare le peculiarità regionali in merito a domanda e offerta di lavoro e alla competizione sulle singole opportunità; un focus particolare è dedicato a chi ancora fatica nella ricerca di lavoro, ovvero le donne.

Campione esaminato

Per realizzare lo studio sono stati analizzati i dati relativi a 50.000 utenti in ricerca attiva sui portali di Jobtech e sulle principali piattaforme esterne di ricerca lavoro. Il periodo considerato è quello compreso tra luglio e dicembre 2021.

Cosa è emerso

  1. Le donne incontrano maggiori difficoltà nel trovare un impiego, nonostante siano maggiormente istruite; gli anni di esperienza lavorativa, invece, sono simili a quelli degli uomini;

  2. La generazione dei Millennial è quella maggiormente impegnata nella ricerca di lavoro, seguita dalla Generazione Z;

  3. Le opportunità di lavoro tramite annunci di ricerca online sono significativamente concentrate al Nord Italia: 3 annunci su 4, nel secondo semestre 2021, si trovano nel settentrione;

  4. Valle d’Aosta, Emilia Romagna e Lombardia sono le regioni dove si è maggiormente cercato lavoro online, mentre Calabria, Sicilia e Basilicata sono quelle dove si è cercato di meno;

  5. Call-center, contabilità, horeca e logistica sono i settori dove le possibilità di collocamento sono maggiori, mentre il mondo del retail sebbene dia segnali di ripresa mostra un gap importante tra numero di persone in cerca di lavoro in questo settore rispetto al numero di opportunità di lavoro

Il quadro emerso nel secondo semestre dell’anno conferma una situazione complessa, contraddistinta dalla crescita congiunturale dell’occupazione rilevata dall’Istat (+121 mila nel terzo trimestre, il +0,5%) e dalla diminuzione dei disoccupati e degli inattivi. A queste notizie positive fanno da contraltare da un lato l’attendismo della forza lavoro, che preferisce non cambiare in un momento di assoluta incertezza, e dall’altro la situazione delle lavoratrici, mai come oggi vere vittime degli esiti della pandemia sul lavoro. I nostri numeri ci dicono che si tratta di una forza lavoro esperta e competente e siamo convinti che il mismatch tra domanda e offerta vada colmato nel minor tempo possibile

Da luglio a dicembre 2021: la proroga dello stato d’emergenza e la certificazione verde

La fine di giugno sancisce l’abolizione del coprifuoco e dell’obbligo di indossare la mascherina all’aperto; a luglio lo stato di emergenza viene prorogato fino al 31 dicembre 2021 (per essere poi prolungato al 21 marzo 2022), mentre l’obbligo di certificazione verde viene esteso a nuovi contesti.

A settembre il settore dello spettacolo torna a respirare, perché la capienza di teatri, cinema e sale da concerto torna al 100%; seguono discoteche e sale da ballo, che riaprono l’8 ottobre 2021.

La certificazione verde - nei mesi considerati - assume il carattere di obbligatorietà per svariate categorie di lavoratori, ma anche per chi desidera accedere ad attività come spettacoli, eventi sportivi e frequentare ristoranti al chiuso e discoteche.

Nel periodo di Natale, una nuova stretta ha investito il settore dell’intrattenimento, costringendo discoteche e sala da ballo alla chiusura forzata fino al 31 dicembre 2021. Questa data ha rappresentato uno snodo fondamentale anche in materia di blocco dei licenziamenti, istituito il 18 marzo 2020 e prorogato diverse volte: ad oggi, per alcune categorie di lavoratori scadrebbe ad aprile 2022.

Se il primo semestre del 2021 si è contraddistinto per l’alternanza tra periodi di chiusure e aperture, dove i colori delle regioni hanno giocato un ruolo fondamentale per il funzionamento di svariati comparti produttivi, il secondo semestre - anche grazie al progredire della campagna vaccinale - ha permesso di evitare il nuovo stop a molti settori.

L’Osservatorio sul lavoro in somministrazione di Jobtech: fatti e numeri del mondo lavorativo nel secondo semestre del 2021

Jobtech, agenzia per il lavoro 100% digitale nata con l’obiettivo di rivoluzionare il mercato del lavoro tramite tecnologia proprietaria e portali verticali su ruoli e settore specifici, ha realizzato un Osservatorio sul mercato del lavoro in somministrazione, prendendo in esame gli ultimi sei mesi del 2021.

L’incontro tra domanda e offerta di lavoro con Jobtech avviene attraverso i portali: Camerieri.it, Magazzinieri.it, Commesse.it, Contabili.it, Callcenter.it, Receptionist.it e Lavoro.Jobtech.it. Ognuno di essi raccoglie candidature pertinenti ad un ambito diverso: Ho.Re.Ca., logistica, retail, contabilità, studi professionali, telecomunicazioni, business e IT.

L’obiettivo dell’Osservatorio è quello di fare il punto sulle dinamiche che hanno interessato la domanda e l’offerta di lavoro, limitatamente alla ricerca online. Allo stesso modo, intende indagare le nuove tendenze occupazionali verificatesi da luglio a dicembre del 2021.

Chi ha cercato lavoro tra luglio e dicembre 2021? L’identikit del job seeker

Il campione preso in esame coinvolge 50.000 utenti in ricerca attiva di un impiego. La ripartizione di questo database sulla base del genere di appartenenza vede una presenza femminile del 63%, mentre quella maschile si assesta al 37%: questo dato conferma ed esaspera quanto emerso nel primo semestre dell’anno, dove la percentuale di donne in ricerca attiva di lavoro era il 58%.

Identikit sul campione
Campione osservatorio suddiviso per genere e per generazione

La generazione maggiormente impegnata nella ricerca attiva di un impiego online è quella dei Millennial (che include i nati tra il 1981 e il 1995), nella percentuale del 46%. A seguire, i giovani appartenenti alla Generazione Z (nati a partire dal 1996) dove la percentuale è del 28%. I nati tra il 1965 e il 1980, detti Generazione X, si inseriscono nella statistica nella percentuale del 23,1%. Tra tutti coloro che hanno cercato lavoro negli ultimi sei mesi del 2021, la percentuale inferiore è costituita dai Baby Boomer, che costituiscono il 2,9% del numero totale.

La ripartizione tra uomini e donne in ricerca attiva vede come preponderante la presenza femminile, ma non è un dato applicabile a tutte le generazioni. Tra i Baby Boomer, infatti, sono più numerosi i jobseeker uomini.

Per definire l’identikit del jobseeker nel periodo analizzato prendiamo in considerazione anche il grado di istruzione, dove il dato femminile mostra un livello più alto, così ripartito: il 62,2% delle donne ha un diploma di maturità, contro il 59,4% degli uomini. Possiedono poi una laurea triennale il 13,5% delle donne, mentre ad aver completato la prima fase del percorso universitario è il 9,8% degli uomini. Il titolo di studio posseduto da oltre la metà di chi cerca lavoro è il diploma di maturità, ne è in possesso il 61,3%.

Livello qualifica per titolo di studio
Campione osservatorio suddiviso per titolo di studio in base al genere

Analizzando il livello di istruzione dal punto di vista generazionale, il dato viene confermato da tutti in modo uniforme. Notiamo però come la generazione dove il titolo più alto è laurea triennale sia quella dei Millennial, dove il 17,7% di chi cerca lavoro ne è in possesso; la licenza media è posseduta come titolo più elevato dal 23,4% dei Baby Boomer, mentre la laurea magistrale è appannaggio in modo maggiore ancora dei Millennial. Solo lo 0,5% delle persone in ricerca attiva presenta la sola licenza elementare, e il picco è raggiunto dai Baby Boomer, nella percentuale del 1%.

Ma qual è l’impiego più ambito, sulla base della generazione di appartenenza? Il mondo del retail risulta essere il più desiderato dalla compagine femminile dei Millennial: il 30,6% delle candidature, infatti sono sul verticale commesse.it. Il lavoro in cucina o in sala vede al primo posto i giovanissimi della Generazione Z senza distinzione tra uomini e donne, mentre la logistica attira ancora maggiormente gli uomini (70% del totale), soprattutto quelli appartenenti alla Generazione X e Millennial. L’opposto del settore della contabilità, dove si nota un maggior numero di donne (62% delle quali appartenenti alla Generazione X e Millennial).

La situazione si ribalta se valutiamo le opportunità di lavoro effettivamente disponibili: il retail risulta ancora in sofferenza, mentre il divario tra domanda e offerta di lavoro si riduce nel mondo della ristorazione, ancora in forte ripresa dopo la pandemia. Lo stesso vale per la logistica e il mondo dei callcenter, in significativa crescita e dove le opportunità di impiego in ruoli diversi sono molto numerose.

E l’esperienza? In questo caso, non sussistono grandi differenze a livello di genere e generazione: uomini e donne di tutte le generazioni prese in esame hanno gli stessi anni di esperienza lavorativa, leggermente maggiori nel caso maschile ma che si assestano sugli stessi dati.

Dispersione geografica, competizione e differenze regionali

Grazie ai dati sulle candidature online, possiamo descrivere la situazione occupazionale anche dal punto di vista geografico, analizzando il numero di utenti in cerca di lavoro per regione rapportato alla popolazione della regione stessa.

Il Nord Italia ha incubato il 61% delle persone che hanno cercato lavoro online (35,2% Nord-Ovest, 25,8% Nord-Est), il Centro 21,1%, Sud e Isole 17,8%. Analizzando il numero di utenti, Settembre è stato il mese in cui più persone hanno cercato lavoro online.

La regione dove si è maggiormente cercato lavoro è la Lombardia, che nei primi sei mesi occupava la seconda posizione. Il 23,4% di chi ha cercato un impiego online risiede proprio in questa ragione; seguono il Veneto nella percentuale dell’10,8% Lazio ed Emilia Romagna con il 10,3%; scendendo nella classifica, troviamo Piemonte e Toscana. Rapportando i dati invece con la popolazione sul territorio nazionale, possiamo notare come la popolazione più attivamente alla ricerca di lavoro sia stata la Valle d’Aosta: è il 14,3% di loro a cercare un nuovo impiego. Seguono Lombardia (8,9%), Emilia Romagna (8,7%), Friuli-Venezia Giulia (8,4%) e Veneto (8,4%). Di contro, quelle in cui si è meno cercato lavoro tramite i canali online sono state Calabria (2,3%), Sicilia (2,7%) e Basilicata (3,4%).

suddivisione per regione
Campione osservatorio suddiviso per numero di utenti attivi su base regionale

In quali regioni si sono concentrati invece gli annunci di lavoro? Il 75,6% degli annunci di lavoro online nel secondo semestre proveniva dal Nord Italia (rispettivamente il 42,5% dal Nord-Ovest e il 33,1% Nord-Est). Dal Centro il 15,8%, mentre dal Sud e Isole solo l’8,6%. Un divario, come visto in precedenza, che si ripercuote anche sulla domanda di lavoro. Entrando nel dettaglio delle singole regioni, troviamo una classifica molto simile a quella del primo semestre, con solo qualche leggera differenza percentuale. Al primo posto troviamo la Lombardia, con il 31,9% degli annunci totali. Seguono il Veneto con il 14,3%, l’Emilia Romagna con il 13,3%, il Piemonte (8,5%), il Lazio (6,9%) e la Toscana (6,0%). Da segnalare l’impatto della riapertura degli impianti sciistici e delle località di montagna molto positivo sul numero di opportunità di lavoro disponibili in Valle d’Aosta e Trentino Alto-Adige con un trend positivo importante sia nel primo che nel secondo semestre.

suddivisione degli annunci su base regionale
Campione osservatorio della suddivisione degli annunci su base regionale

Riportiamo anche il dato inerente alla competizione sui singoli annunci, per evidenziare in quali regioni le chance di trovare un impiego siano più elevate: Friuli Venezia Giulia e Veneto, si confermano come nel primo semestre come regioni con minor livello di competizione su una singola offerta di lavoro. Sul podio entra a far parte anche la Lombardia (nel primo semestre trovavamo invece l’Emilia-Romagna, ndr). Le regioni invece dove risulta il maggior livello di competizione e quindi un maggior numero di candidati per singola offerta di lavoro sono: Sicilia, Molise e Valle d’Aosta.

numero di job seeker per singolo annuncio
Campione osservatorio del numero di job seeker per singolo annuncio

Considerazioni

L’Osservatorio sul mercato del lavoro in somministrazione, confrontando i dati del primo semestre dell’anno, permette di osservare come il numero di donne in ricerca attiva di lavoro sia ulteriormente cresciuto, passando dal 58% al 63% nei sei mesi trascorsi dalla nostra analisi: un numero che deve preoccupare, trattandosi della categoria più colpita dalla pandemia.

La maggiore stabilità riscontrata a livello sanitario tra luglio e dicembre ha sancito una nuova stagione di assunzioni, mostrando una ulteriore crescita delle opportunità di lavoro pari al 21% rispetto al primo semestre - che si era chiuso con un vero e proprio boom (+62%) dettato dalla difficile situazione del 2020 e dalle graduali riaperture delle attività. All’appello mancano però ancora 200mila posti, dichiara l’Istat. A questo dato non fa però riscontro un aumento della manodopera disponibile, in quanto c’è stata una contrazione ulteriore nel secondo semestre del numero di utenti in cerca di lavoro online pari al 3,3%.

L’ottimismo che ha accompagnato il miglioramento della situazione sanitaria dell’ultimo semestre ha prodotto due differenti scenari: quella che è stata definita “Stagione delle Dimissioni” - conosciuta anche come “Yolo Economy”, dove molti lavoratori hanno scelto un approccio diverso nei confronti del lavoro, abbandonando impieghi ritenuti sicuri per dedicarsi a progetti diversi e più valorizzanti e quello che invece possiamo denominare “attendismo” da parte di chi un posto di lavoro lo ha, nei confronti dell’ipotesi di cambiare: la sicurezza di un’occupazione prevale sul desiderio di spostarsi su settori diversi.

Nel 2021 3 annunci online di lavoro su 4 provengono dal Nord Italia, dove il tasso di competizione per ogni opportunità lavorativa è più basso, eccezion fatta per la Valle D’Aosta, mentre dal Sud Italia solo l’8,7% degli annunci. Infine una considerazione su uno dei termini più cercati dai jobseeker negli annunci, durante quest’anno? Non dovrà stupire, si tratta proprio di “Smart Working”.

Vai agli altri Osservatori Jobtech