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Mai giudicare un libro dalla copertina. E il curriculum?
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Se superi l’intestazione, da lì è tutto in discesa.1,2,3 “cheese”. Dai che è venuta bene.Un CV bello può fare una bella differenza.Ci sono parole che aprono le porte. Anche senza avere la chiave.Quanto sono belli gli elenchi puntati.Au revoir, autorizzazione al trattamento dei dati personali.Il formato conta. Eccome.Se superi l’intestazione, da lì è tutto in discesa.
Sul nome e cognome in teoria non dovrebbero esserci dubbi. Per quanto riguarda età e data di nascita puoi decidere tranquillamente se scriverli o meno, tanto comunque verrà fuori più avanti durante l’iter di selezione. Invece, sappi che per legge non è richiesto - e tanto meno è funzionale - inserire un dettaglio sul genere. Importantissimo, invece, il luogo di residenza. Soprattutto se il lavoro è in presenza.Poi c’è la parte del job title, che già mette un po’ più in crisi. Di base, se non hai mai lavorato o stai ancora studiando, puoi indicare la posizione che vorresti ricoprire oppure il titolo di studio. E il gioco è fatto.
E quelle tre/quattro righe in cui devi scrivere qualcosa su di te? Non perderci troppo tempo: magari sei una persona creativa e non hai problemi nel raccontarti, ma se pensi che una descrizione personale sia superflua puoi concentrarti sul tuo bagaglio professionale.
1,2,3 “cheese”. Dai che è venuta bene.
Foto sì o foto no? Va bene che non è obbligatoria, ma perché privare al team di recruiter la possibilità di sapere con chi stanno parlando al telefono? Avere anche una vaga idea di chi sei può essere d’aiuto per entrare in contatto con te in modo più empatico e stringere un rapporto di fiducia già dalla prima chiacchierata.Qualche dritta? Se hai modo di scattare la foto con uno sfondo bianco alle tue spalle, ottimo. Altrimenti va bene anche un altro colore, purché sia sobrio. A te la scelta dell’outfit: se svolgi una professione dove la divisa che indossi sul posto di lavoro può anticipare qualcosa sulle tue competenze allora sfruttala, altrimenti cerca di tirare fuori dall’armadio il tuo capo migliore. Se puoi prova anche ad accennare un sorriso sincero, basta che non tiri fuori il bastone per i selfie.
Un CV bello può fare una bella differenza.
E chi ti ha detto il contrario, probabilmente il suo curriculum l’ha disegnato a mano. Non vogliamo certo discutere sulla quantità di siti che permettono di realizzare il CV online, perché in realtà alcuni sono davvero molto validi per le funzionalità basiche di cui hai bisogno. E poi sappiamo per certo che alcune aziende richiedono formati specifici, ed in quel caso sarà compito del recruiter o della recruiter darti un dettaglio in più. Così puoi attenerti alle linee guida.In generale, qualunque sarà lo strumento che sceglierai, l’importante è che le sezioni siano facilmente distinguibili, e per questo puoi farti aiutare dalle intestazioni. Cerca di dividere il CV in due colonne, dove da una parte (a sinistra) mantieni le informazioni di contatto e un recap di corsi, competenze e lingue conosciute - magari giocando con le icone - e dall’altra parte (a destra) inserisci esperienze lavorative, formative e altre attività. Dalla più recente alla più datata, chiaro.
Ci sono parole che aprono le porte. Anche senza avere la chiave.
Non serve essere esperti di motori di ricerca per sapere quanto oggi le keywords siano importanti per chi cerca lavoro online. E lo stesso vale anche per il curriculum, perché le parole chiave permettono a chi si occupa di recruiting di filtrare nel proprio gestionale e trovarti più in fretta. Soprattutto quando entrano in gioco i famosi ATS, ovvero software che facilitano il processo di ricerca dei curriculum in base ad alcuni requisiti. Proprio come quelle parole che non possono assolutamente mancare.Un consiglio da nerd? Fatti un giro online e guarda gli annunci delle aziende, soprattutto quelli che ti interessano e per cui hai intenzione di candidarti. Così puoi scoprire tutti i termini che utilizzano e inserirli nel tuo CV. Inizieranno il processo di screening proprio da quelli.
Quanto sono belli gli elenchi puntati.
Un concetto che potremmo anche tradurre in “no ai muri di testo". Ma non perché non li legge nessuno, per carità. Uno ci prova pure, con tutto l’impegno possibile. Ma perché sono proprio difficili da leggere. E il più delle volte puoi raccontare le stesse informazioni in modo più semplice ed ordinato, ponendo l’accento sulle cose davvero rilevanti.Un esempio di dove puoi utilizzare gli elenchi puntati è nella sezione delle esperienze lavorative e formative, mettendo una dopo l'altra le attività che hai svolto oppure le competenze che hai acquisito.
Au revoir, autorizzazione al trattamento dei dati personali.
Eh già, dal 2018 non è più obbligatorio inserire alla fine del tuo curriculum quel trafiletto di testo che recitava:“Autorizzo il trattamento dei miei dati personali presenti nel CV in conformità con l’art. 13 del Decreto Legislativo 30 giugno 2003, n. 196 “Codice in materia di protezione dei dati personali” e dell’art. 13 del GDPR (Regolamento UE 2016/679)”.
Tuttavia, se proprio ti va di dormire sonni tranquilli, puoi continuare ad inserirlo. Altrimenti sarà il recruiter o la recruiter, durante il primo colloquio, a richiederti l’autorizzazione dei dati personali e a comunicarti come questi verranno trattati. Non preoccuparti, comunque: la tua candidatura non verrà scartata per questo motivo.
Il formato conta. Eccome.
È così facile salvare un file in formato PDF. Non bisogna fare praticamente niente. A dirla tutta, se sceglierai di dilettarti con un tool online è molto probabile che si genererà automaticamente in questo modo. Quindi non perdere tempo a trasformarlo in documento di testo o in qualsiasi altra cosa.Non solo perché chi lo riceve farà fatica ad interpretarl e a maneggiarlo, ma anche perché alcuni contenuti potrebbero non visualizzarsi nel modo corretto. Quindi, a meno che non venga specificato o richiesto altro, vai di P-D-F.
Grazie per aver letto fino a qui. Ora tocca a te mettere in pratica i nostri consigli.
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