Permesso matrimoniale: come funziona il congedo per matrimonio.

I mesi di maggio e giugno, si sa, rappresentano storicamente il periodo ideale per i matrimoni. E dietro a una coppia innamorata che desidera celebrare la propria unione, c’è sempre un o una HR Manager che deve occuparsi della loro assenza dal posto di lavoro.

In questo articolo condividiamo le informazioni che dovresti conoscere per rendere la gestione dei congedi matrimoniali nella tua azienda più semplice e chiara

Cos’è il congedo per matrimonio?

Il permesso matrimoniale entrato nell’ordinamento italiano nel 1937, con l’obiettivo di tutelare i diritti di lavoratori e lavoratrici in un periodo di significativi cambiamenti sociali ed economici. All’inizio era un diritto previsto solo per gli impiegati, ma dopo la seconda guerra mondiale è stato esteso anche alla classe operaia.

Nel 2016 la legge n. 76 (anche detta “Cirinnà”) è stata introdotta per regolare le unioni civili e riconoscere formalmente il permesso matrimoniale – anche alle coppie omosessuali -, stabilendo un periodo di 15 giorni di calendario retribuiti per consentire a lavoratori e lavoratrici di celebrare le proprie nozze e godersi la luna di miele.

L’introduzione di questo permesso ha rappresentato un passo importante verso il riconoscimento dei diritti sociali di lavoratori e lavoratrici, volto ad assicurare una protezione sempre più ampia e inclusiva per tutti i dipendenti, indipendentemente dal settore di appartenenza.

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A chi spetta il permesso matrimoniale?

Il permesso matrimoniale spetta a tutte le principali categorie di lavoratori e lavoratrici subordinati, inclusi lavoratori e lavoratrici a domicilio e apprendisti/e, che siano a tempo indeterminato o determinato, full time o part time.

Non è però garantito a lavoratori e lavoratrici in periodo di prova, a coloro che hanno meno di una settimana di anzianità in azienda e – ovviamente – a chi è in possesso di Partita IVA.

Ecco qualche curiosità in più a proposito di congedo per matrimonio:

  • I lavoratori e lavoratrici che si sposano per la seconda volta (in caso di divorzio o vedovanza) possono usufruirne nuovamente;
  • L’unione deve avere necessariamente carattere civile (quindi il solo rito religioso non basta per poter richiedere il permesso patrimoniale);
  • Il dipendente che richiede il congedo matrimoniale deve essere residente in Italia (già da prima del matrimonio, nel caso di lavoratori e lavoratrici extracomunitari/e).

Quanto dura il permesso per matrimonio?

Come abbiamo già anticipato, il permesso matrimoniale prevede un periodo di assenza dal lavoro di 15 giorni di calendario consecutivi, che comprendono anche i giorni non lavorativi come sabati, domeniche e festivi. È importante comunicare al dipendente o alla dipendente richiedente che questi giorni non sono frazionabili.

Tuttavia, non è detto che il congedo debba partire dal giorno stesso delle nozze, può essere una scelta del lavoratore o della lavoratrice; in linea generale in base ai CCNL il permesso può essere richiesto e usufruito a partire dai tre giorni antecedenti alle nozze e fino ai 30 giorni successivi.

A proposito di Contratti Collettivi Nazionali del Lavoro, consigliamo sempre di consultare quello di appartenenza per essere totalmente tranquilli circa la durata effettiva del congedo.

Retribuzione durante il congedo matrimoniale: come funziona?

Durante il permesso matrimoniale i dipendenti continuano a percepire la loro normale retribuzione, un aspetto fondamentale che garantisce tranquillità economica durante un periodo così significativo. Questo significa che il loro stipendio non subisce variazioni e include tutte le voci fisse e continuative della busta paga – come stipulato dal contratto collettivo nazionale – e continuano a maturare ferie, TFR, anzianità, permessi e tredicesima.

Ma quindi chi paga il permesso per matrimonio?

  • Nel caso di operai di aziende industriali, artigiane e cooperative l’INPS copre 7 giorni tramite l’assegno per congedo matrimoniale. Per usufruirne, il rapporto di lavoro deve essere attivo da almeno una settimana e il congedo deve richiesto entro 30 giorni dal matrimonio (o unione civile). I restanti giorni verranno retribuiti dal datore di lavoro;
  • Se il o la dipendente opera nel settore privato, l’intero congedo è a carico dell’azienda.
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Richiedere il permesso matrimoniale: procedura per i dipendenti.

Per poter usufruire del congedo matrimoniale, il o la dipendente deve innanzitutto informare l’ufficio HR con almeno 6 giorni di preavviso, preferibilmente tramite una comunicazione scritta. In generale, prima si sa e meglio è, così da lasciare all’azienda il tempo necessario per riorganizzare il lavoro e le attività in vista del permesso.

In seguito, sarà necessario presentare un certificato di matrimonio o una copia delle pubblicazioni matrimoniali rilasciate dal Comune: si tratta di una documentazione fondamentale per confermare la data e l’avvenimento del matrimonio, soprattutto qualora si voglia richiedere l’assegno erogato dall’INPS.

Poi sta al dipartimento HR confermare la richiesta di congedo e registrare le date del permesso, così da assicurare che l’assenza del lavoratore o della lavoratrice sia correttamente monitorata e contabilizzata.


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