Come scrivere un contratto di lavoro?

Dopo un complesso processo di selezione seguito da diversi crolli nervosi, hai finalmente trovato il candidato perfetto, quello che neanche pensavi esistesse; ora, è giunto il momento di portarlo a bordo! Se non hai assolutamente idea di come si scriva un contratto di lavoro, continua a leggere: cercheremo di fornirti tutte le informazioni di cui hai bisogno per redigere un contratto come si deve!

Cos’è il contratto di lavoro?

Partiamo dalle definizioni, e tutto apparirà più chiaro: siamo nell’ambito del diritto del lavoro, e il contratto di lavoro stipula, tra un datore di lavoro (persona fisica, giuridica o ente dotato di soggettività) e un lavoratore (che è invece sempre e necessariamente persona fisica), un rapporto di lavoro subordinato.

I contratti possono variare tra loro, ma alcuni fattori ne costituiscono un elemento fondamentale e fondante. Vediamoli insieme: 

  • Le parti: i soggetti coinvolti, che devono raggiungere un accordo; ai fini della stipula, le parti devono avere capacità giuridica.
  • La causa: si configura come lo scambio tra il lavoro prestato e la conseguente retribuzione.
  • La forma: non è in realtà prescritta la forma scritta come obbligatoria dallo stato italiano, ma in assenza di essa il contratto è dichiarato nullo. Si rende in ogni caso necessario consultare la legislazione pertinente a singole categorie del lavoro per stabilire se la forma scritta sia necessaria o meno.
  • L’oggetto: sono due. La prestazione lavorativa e la retribuzione corrispondente. Fondamentale, è che il datore di lavoro adibisca il dipendente alle mansioni per le quali è assunto.
  • Le clausole: accessorie, come il patto di non concorrenza che il lavoratore dipendente si impegna a rispettare anche dopo la cessazione del rapporto di lavoro nei confronti del datore.

Cosa deve contenere un contratto di lavoro

Sfortunatamente, non è finita qui. Il contratto di lavoro – di tipo individuale, quello di cui ci occupiamo in questo articolo – deve contenere anche questi elementi

  • i dati identificativi delle parti coinvolte; 
  • le mansioni che vengono assegnate al dipendente; 
  • il livello di inquadramento; 
  • la categoria legale;
  • la presenza di un periodo di prova e, se sì, la durata 
  • la sede di lavoro e l’eventuale disponibilità del dipendente a effettuare trasferte;
  • l’orario e i giorni di lavoro;
  • la retribuzione del dipendente, suddivisa nelle varie voci retributive (paga base, indennità di contingenza, elemento distinto della retribuzione, eventuale superminimo). Se viene attribuito un superminimo si dovrà specificare se lo stesso è assorbibile o non assorbibile. 
  • l’eventuale concessione di benefit: pc, automobile, smartphone;
  • l’indicazione del trattamento economico che spetta al dipendente in caso di malattia;
  • l’indicazione del periodo di preavviso in caso di dimissioni del dipendente o di licenziamento da parte del datore di lavoro;
  • l’indicazione del periodo di comporto, ossia il periodo di tempo in cui il dipendente in malattia ha diritto alla conservazione del posto di lavoro;
  • il numero di mensilità in cui verrà erogata la retribuzione.

Se tale contratto è a tempo determinato, occorre segnalare il termine di cessazione del rapporto; se il contratto supera i dodici mesi, andranno apposte le circostanze eccezionali che hanno portato alla stipula di tale contratto a tempo determinato.

Elementi aggiunti al contratto di lavoro

Abbiamo menzionato le clausole, che costituiscono un’estensione accessoria al contratto di lavoro. Possono essere, ad esempio, la clausola di stabilità, che punta a garantire una durata minima del rapporto di lavoro. Tutela entrambe le parti. Una ulteriore clausola è poi il patto di non concorrenza, di cui si è detto precedentemente: una tutela verso il datore di lavoro, che vincola il dipendente a non fare concorrenza all’ambiente lavorativo che ha lasciato, con durata personalizzata in base all’inquadramento che si deteneva nell’azienda precedente.

Trasferte all’estero, cosa cambia nel contratto? Nulla, ma se superano i 30 giorni deve essere segnalato. Dunque, in aggiunta riporteranno la durata dello svolgimento del lavoro fuori dall’Italia, la valuta in cui verrà percepito lo stipendio, gli eventuali benefit che verranno maturati e le condizioni di rimpatrio.

E in tempo di Covid? Per dare certezza della data di stipulazione del contratto, anche i privati possono fare uso della PEC, così da rendere certa la data di invio e di notifica!

Rimanere ingarbugliati nelle maglie della giurisprudenza, in questo caso ancora più complicato dal fatto che siamo in ambito contrattualistico, non è certo difficile. Ma se sceglierei Jobtech e le soluzioni di staff leasing che ti proponiamo, penseremo noi a tutto! Contattaci per scoprire le proposte che abbiamo in serbo per il tuo business!

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