Indice dei contenuti
Tra le disposizioni introdotte dalla Legge di Bilancio 2024 particolare attenzione è stata dedicata alla disciplina del congedo parentale, misura che riflette l’attenzione crescente verso il benessere delle famiglie e l’equilibrio tra lavoro e vita privata. Ne parleremo proprio in questo articolo.
Iniziamo dalle basi: cos’è il congedo parentale?
Come riporta l’Inps sul sito ufficiale, il congedo parentale è “un periodo di astensione facoltativa dal lavoro, concesso ai genitori per prendersi cura del bambino nei suoi primi anni di vita e soddisfare i suoi bisogni affettivi e relazionali”.
Istituito con il Decreto Legislativo 151/2001 (noto anche come “Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità, a norma dell’articolo 15 della legge 8 marzo 2000, n. 53”) e poi rivisto con Il Decreto Legislativo n. 105 del 30 giugno 2022 nel recepire la direttiva dell’Unione Europea 2019/1158, l’obiettivo del congedo parentale è quello di permettere a genitori e neo genitori di bilanciare le esigenze lavorative con quelle familiari.
A differenza del congedo di maternità e paternità obbligatorio, strettamente vincolato all’evento del parto o all’ingresso del bambino adottato o affidato nel nucleo familiare, il congedo parentale è connesso alle esigenze naturali e fisiologiche del neonato, che richiedono l’assistenza di almeno uno dei genitori. Per questo motivo, il legislatore ha istituito un periodo di congedo rivolto a entrambi i genitori, da utilizzare entro i primi 12 anni di vita del bambino (nel caso di adozione o affidamento, il limite di tempo inizia dal momento dell’adozione o dell’affidamento), consentendo loro di astenersi dal lavoro per un massimo di 10 mesi.
Si tratta di uno strumento molto importante nell’ambito della genitorialità, dal momento che abbraccia contemporaneamente diverse tematiche, come ad esempio il benessere (fisico e mentale) di lavoratori e lavoratrici, la parità di genere, il work life balance e la tutela del posto di lavoro.
A chi è rivolto e come si richiede il congedo parentale?
In Italia il diritto al congedo parentale varia a seconda dello status lavorativo. Questo significa, in poche parole, che non tutti i lavoratori e le lavoratrici hanno gli stessi privilegi in merito:
- Per i lavoratori dipendenti, il diritto al congedo parentale è garantito entro i primi 12 anni di vita del bambino (o dall’ingresso in famiglia in caso di adozione/affidamento nazionale o internazionale) per un periodo complessivo tra i due genitori non superiore a dieci mesi. Tuttavia, questo periodo può essere esteso a undici mesi se il padre lavoratore decide di astenersi dal lavoro per un periodo continuativo o frazionato di almeno tre mesi;
- Per i lavoratori iscritti alla “gestione separata”, il diritto al congedo parentale è garantito entro i primi 12 anni di vita del bambino (o dall’ingresso in famiglia in caso di adozione/affidamento nazionale o internazionale) per un periodo complessivo tra i due genitori non superiore a 9 mesi;
- Per i lavoratori autonomi, il diritto al congedo parentale è di 3 mesi per ogni genitore, da fruire nel primo anno di vita del bambino (o dall’ingresso in famiglia in caso di adozione/affidamento nazionale o internazionale).
Sono esclusi i genitori con rapporti di lavoro cessato o sospeso, lavoratrici e lavoratori domestici, lavoratrici e lavoratori a domicilio.
Per quanto riguarda la modalità di fruizione, la prima cosa da fare – ancora prima della richiesta formale – è avvertire il proprio datore di lavoro, solitamente con un certo preavviso (stabilito dal CCNL di riferimento). Questo soprattutto per permettere all’azienda di pianificare e organizzare al meglio la copertura delle mansioni durante l’assenza, garantendo che il lavoro possa essere svolto in modo efficiente e senza interruzioni.
La domanda vera e propria invece può essere inoltrata sul sito web dell’INPS, dove il processo di richiesta può essere completato online. Ricordiamo che è fondamentale presentare la domanda prima dell’inizio del periodo di congedo desiderato: se la richiesta viene effettuata in ritardo, l’indennità sarà concessa solo per i giorni successivi alla data di invio della domanda.
Congedo parentale 2024: cosa è cambiato con la nuova Legge di Bilancio?
Come anticipato, tra le novità introdotte dalla Legge di Bilancio 2024 una delle più significative ha avuto un impatto sulla regolamentazione del congedo parentale a favore dei lavoratori e delle lavoratrici dipendenti.
In particolare, il legislatore ha deciso di potenziare l’indennità all’80% per un ulteriore mese fino al sesto anno di vita del bambino, purché la fruizione del congedo sia iniziata dopo il 31 dicembre 2023. Per i periodi successivi di congedo, richiedibili fino ai 12 anni di età del bambino, l’indennità rimarrà invece al 30%, fino a un massimo di 9 mesi indennizzati.
Dunque, riepilogando, il quadro normativo è il seguente:
- due mesi (complessivi tra entrambi i genitori) all’80% della retribuzione se usufruiti entro il sesto anno del bambino;
- ulteriori sette mesi (complessivi tra entrambi i genitori) al 30% della retribuzione se utilizzati entro il dodicesimo anno del bambino;
- altri due mesi al 30% se il reddito individuale del genitore richiedente è inferiore a 2,5 volte l’importo annuo del trattamento minimo di pensione.
È importante specificare che questa misura sarà valida solo per l’anno 2024: dal 2025 il secondo mese di congedo parentale sarà coperto a regime da una indennità pari al 60% della retribuzione (invece che dell’80%).
Jobtech è il partner HR che ti aiuta a trovare, assumere, gestire e valorizzare le persone con le competenze giuste. Scopri le nostre soluzioni per aziende, poi fissa un incontro con un consulente commerciale per parlare delle tue esigenze.
Cerchi personale per la tua azienda?
Compila il form per parlarne insieme a noi.