Legge di bilancio 2024: lavoro, imprese e famiglie al centro della nuova manovra.

Ogni anno, il giorno che segna la metà del mese di ottobre, il Consiglio dei Ministri si riunisce per discutere la manovra fiscale del Governo che, in caso di approvazione, diventerà la Legge di Bilancio per l’anno successivo. E così è successo per la nuova manovra che, nonostante alcune modifiche proposte durante l’iter parlamentare, è entrata ufficialmente in vigore il 1 gennaio 2024.

Le misure previste dal Governo Meloni, così è stato stimato, costeranno all’incirca 28 miliardi di euro, e si concentreranno in particolare su lavoratori e aziende, famiglie e pensionati, con un’attenzione maggiore verso la popolazione cosiddetta svantaggiata. Saranno proprio i temi che affronteremo in questo articolo dedicato alla Legge di Bilancio 2024.

Confermata la riduzione del cuneo fiscale.

Era stato deciso (e promesso) dal decreto lavoro 2023, e verrà applicato anche per la manovra fiscale dell’anno che ci attende: all’incirca 14 milioni di lavoratori e lavoratrici potranno beneficiare nuovamente del taglio del cuneo contributivo, nella misura del 6% per redditi fino a 35.000 € e del 7% per redditi fino a 25.000 €. 

Il Governo, come riportato da alcune dichiarazioni, avrebbe voluto potenziare ulteriormente questa misura a sostegno della popolazione più bisognosa, ma a causa dell’inflazione che ha colpito duramente la nostra economia negli ultimi mesi non è stato possibile

Come si traduce tutto questo, in termini economici? Con una variazione dello stipendio mensile, circa 100 € in più in busta paga per chi possiede i redditi sopra citati.

Due aliquote IRPEF in una, da quattro a tre scaglioni.

Una novità importante prevista dalla nuova Legge di Bilancio 2024 riguarda l’imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF), di cui vedremo anche in questo caso una riduzione del numero di aliquote attualmente previste, da quattro a tre. Una riforma che comporterà un costo significativo, intorno a 4,3 miliardi di euro.

L’impatto più rilevante di questa riforma riguarda la soglia di reddito a cui si applica l’aliquota più bassa. Attualmente, l’imposta inizia a essere tassata su redditi fino a 15.000 € euro, con un’aliquota del 23%. Con la nuova riforma, questa soglia sarà elevata a 28.000 €, mantenendo tuttavia l’aliquota del 23%. Ciò significa che lo scaglione al 25% per i redditi tra 15.000 € e 28.000 € sarà eliminato.

Come per la riduzione del cuneo fiscale, dichiara il Governo, “l’obiettivo è rafforzare i redditi di lavoratori e lavoratrici, intervenendo sulle tasse.”

Fringe benefit, previste nuove soglie di esenzione. 

Anche le disposizioni attualmente in vigore relative ai fringe benefit, ossia quei vantaggi o benefici in natura che le aziende possono fornire ai propri dipendenti (auto, telefono, computer e welfare), subiranno delle modifiche

Con la nuova normativa, tali benefici saranno detassati fino a 2.000 € per tutti i lavoratori con figli, a 1.000 € qualora non si avessero figli a carico. Non poco rilevante, considerando che per quest’ultima categoria di persone nel 2023 la soglia era fissata a 258,23 €

Si tratta di una misura che mira a fornire un incentivo aggiuntivo per le famiglie e a riconoscere altre specifiche esigenze di lavoratori e le lavoratrici.

Pensioni, necessario riformulare alcune misure.

Gli strumenti di anticipo pensionistico già esistenti, come Quota 103, APE sociale e Opzione Donna, sono stati prorogati per l’intero anno 2024, tuttavia con alcune rivisitazioni. Per Quota 103, il ricalcolo dell’assegno avverrà interamente con il metodo contributivo, mantenendo i requisiti di età (62 anni) e contributi (41 anni); APE sociale vedrà un incremento del requisito anagrafico da 63 anni a 63 anni e 5 mesi, mentre per Opzione Donna la soglia di accesso è stata aumentata a 61 anni (scendendo a 60 con un figlio e a 59 con due o più figli). 

Allo stesso tempo, è previsto un nuovo intervento di rivalutazione delle pensioni, un meccanismo per assicurare che queste ultime vengano aggiornate automaticamente in base all’andamento dell’inflazione con un adeguamento pari al 5,4% (valore calcolato sulla base della variazione percentuale che si è verificata negli indici dei prezzi al consumo forniti dall’Istat il 7 novembre 2023 rispetto al 2022).

“Più assumi meno paghi”, ovvero incentivi per l’occupazione.

La nuova manovra fiscale prevede (al momento solo per il 2024) una deduzione del 120% per le aziende che nel 2024 assumeranno a tempo indeterminato, raggiungendo addirittura il 130% quando le persone coinvolte nel rapporto di lavoro saranno donne con figli, giovani lavoratori e lavoratrici sotto i 30 anni, beneficiari del reddito di cittadinanza e persone con disabilità.

Questa nuova iniziativa va ad ampliare e integrare le agevolazioni precedentemente esistenti per le assunzioni di donne e giovani, creando un sistema più agevolato e incentrato sulla promozione dell’occupazione. In breve, più si assume, più si beneficia di agevolazioni fiscali.

In tal modo il Governo mira a stimolare la creazione di nuovi posti di lavoro e a sostenere le categorie più vulnerabili della popolazione.

La metà delle tasse per le aziende italiane che tornano “a casa”.

Nella nuova legge di bilancio è prevista una riduzione del 50% delle tasse per le aziende che decidono di tornare in Italia dopo un periodo all’estero.

In questo modo si mira a favorire il reinserimento delle imprese nel contesto economico italiano (fenomeno detto “reshoring“), promuovendo investimenti e creando opportunità di crescita all’interno del territorio nazionale.

Famiglie: detassazione per donne con almeno due figli, asilo nido e congedo parentale.

Nella Legge di Bilancio 2024 il Governo ha inoltre previsto una serie di misure volte a sostenere la genitorialità e garantire il benessere delle famiglie. Nello specifico:

  1. Le donne con almeno due figli non dovranno più coprire i contributi a loro carico, che verranno pagati dallo Stato per un massimo di 3.000 € l’anno. Questa detassazione sarà in vigore fino ai 10 anni del secondo figlio e fino ai 18 anni nel caso del terzo figlio;
  2. Sono stati previsti contributi per coprire le rette degli asili nido. La novità si applica – in riferimento ai nuovi nati a partire dal 1° gennaio 2024 – per i nuclei familiari con un ISEE fino a 40.000 € e nei quali sia già presente almeno un figlio di età inferiore ai dieci anni. In questi casi il contributo sarà incrementato di 2.100 €, portando il totale del bonus a 3.600 €. L’obiettivo del Governo per il prossimo anno? Rendere l’asilo nido gratuito per il secondo figlio;
  3. È stato introdotto un ulteriore mese di congedo parentale, oltre a quello già previsto, retribuito al 80% (misura attualmente prevista solo per il 2024). Questo sarà utilizzabile fino ai 6 anni di vita del figlio, ampliando così le possibilità di assistenza ai genitori nei suoi primi anni di vita. Restano invariati gli altri periodi di congedo parentale – ovvero 8 mesi – con indennità al 30%. 

In aggiunta alle misure raccontate in questo articolo menzioniamo la riduzione del canone Rai da 90 a 70 €, il programma di finanziamento per la realizzazione del Ponte sullo Stretto e la riforma delle garanzie pubbliche per promuovere gli investimenti strategici nel settore verde e digitale.


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