Qual è la differenza tra part time orizzontale e verticale?

In questo articolo esploreremo la differenza tra part time orizzontale e verticale, le caratteristiche di questi due approcci e come devono essere gestiti in azienda se ti occupi di HR.

Part-time e full-time a confronto.

Inizieremo proprio dalle basi: il lavoro part-time e il lavoro full-time sono due forme contrattuali che differiscono principalmente per la durata dell’orario di lavoro settimanale. 

Nel contratto part-time, lavoratori e lavoratrici dedicano meno ore rispetto a un impiego full-time, generalmente da un minimo di 16 a 25-30 settimanali. Questo modello offre sicuramente maggiore flessibilità, ma la retribuzione è proporzionata al numero di ore lavorate (dunque solitamente inferiore rispetto a quella dei colleghi e delle colleghe a tempo pieno).

Al contrario, il lavoro full-time comporta un orario standard di 35-40 ore settimanali (fino a un massimo di 48, come straordinari), che ovviamente garantisce maggiore continuità nelle attività aziendali. I dipendenti full-time beneficiano di una retribuzione basata sull’orario di lavoro standard e generalmente più elevata rispetto ai dipendenti part-time con ruoli simili (poiché proporzionata alle ore). 

La scelta tra lavoro part-time e full-time dipende dalle esigenze aziendali e dalle preferenze delle persone: alcune privilegiano la flessibilità offerta dal lavoro part-time, mentre altre cercano la stabilità e i benefici associati al lavoro full-time, a seconda delle circostanze personali e professionali.

Part time verticale e orizzontale: di cosa si tratta?

Come abbiamo visto, il lavoro part-time rappresenta un’opzione di impiego caratterizzata da un orario di lavoro ridotto rispetto a un impiego a tempo pieno. Ma allora perché molto spesso si sente parlare di part-time verticale e orizzontale? Esiste un’ulteriore differenza? La risposta è “sì”.

Intanto dobbiamo specificare che il lavoro part-time, nelle sue varie forme, è nato come risposta alla necessità di flessibilità e bilanciamento tra lavoro e vita personale. È dunque il risultato di un’evoluzione sociale e organizzativa nel mondo del lavoro.

A sua volta la differenza tra part time orizzontale e verticale è emersa gradualmente per rispondere a esigenze specifiche di lavoratori/lavoratrici e delle aziende. L’adattamento dell’orario di lavoro su base giornaliera o settimanale è stato infatti frutto di una maggiore consapevolezza delle diverse preferenze di stile di vita e di lavoro.

Entriamo un po’ più nello specifico: nel caso del part-time orizzontale, le ore di lavoro vengono distribuite uniformemente su tutti i giorni lavorativi della settimana; d’altra parte, il part-time verticale implica la concentrazione delle ore lavorative su un numero limitato di giorni. 

Di seguito faremo alcuni esempi in riferimento a chi può approcciarsi a queste due tipologie:

• Lavoro part-time orizzontale:

1. Studenti universitari. Studenti e studentesse universitarie potrebbero scegliere un lavoro part-time orizzontale per gestire gli studi e guadagnare esperienza lavorativa senza compromettere completamente il proprio impegno accademico. Ad esempio, potrebbero lavorare solo alcune ore ogni giorno della settimana;
2. Genitori con figli. Un genitore che desidera dedicare più tempo alla famiglia, specialmente se ha figli piccoli, potrebbe optare per un lavoro part-time orizzontale. Questo gli consentirebbe di avere una presenza costante a casa senza dover sacrificare completamente la propria carriera.

• Lavoro part-time verticale:

1. Professionisti freelance. Un o una professionista freelance potrebbe preferire un lavoro part-time verticale, concentrando le proprie ore lavorative su uno o due giorni. Questa opzione offre flessibilità nel gestire progetti e clienti in modo concentrato, consentendo allo stesso tempo periodi di libertà;
2. Professionisti coinvolti in progetti a scadenza. Anche le persone coinvolte in progetti specifici o contratti a scadenza potrebbero preferire un approccio part-time verticale. Questo perché possono concentrarsi intensamente sull’incarico per alcuni giorni e poi avere più tempo libero tra un progetto e l’altro.

Esiste poi una terza tipologia, ovvero il part-time misto: un tipo di contratto di lavoro particolarmente flessibile in quanto coniuga entrambe le tipologie di part-time descritte sopra. In questo caso, il lavoratore o la lavoratrice effettuerà sia giornate lavorative complete, che giornate lavorative con orario ridotto.

In tutti e tre i casi, ricordiamo che la scelta tra lavoro part-time orizzontale e verticale è spesso guidata dalle esigenze personali, dalle circostanze di vita e dalle ambizioni professionali di lavoratori e lavoratrici. 

Part-time verticale e orizzontale, cosa devono fare (e sapere) gli HR.

Anche se la differenza tra part time orizzontale e verticale riguarda più lavoratori e lavoratrici, è importante che il dipartimento HR sia allineato su chi in azienda usufruisce di questa forma contrattuale.

Oltre ad adottare un approccio proattivo per garantire che le modalità di lavoro part-time siano ben integrate nella cultura aziendale, il team risorse umane deve monitorare attentamente le diverse modalità di impiego per far sì che le esigenze aziendali siano soddisfatte mantenendo un equilibrio sostenibile tra lavoro e vita personale. Questo controllo permette agli HR di adattare le politiche aziendali alle possibili esigenze dei dipendenti e dell’organizzazione nel suo complesso.

Per gestire in modo intelligente queste informazioni  – che per loro natura sono complesse, e potrebbero essere oggetto di qualche dimenticanza -, gli HR possono scegliere di utilizzare soluzioni tecnologiche avanzate. I gestionali risorse umane, ad esempio, consentono di archiviare in modo centralizzato e accessibile tutte le informazioni relative alla situazione lavorativa di ciascun dipendente. Un aspetto molto importante, soprattutto in ottica di pianificazione delle attività e pagamento della busta paga.

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