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Hai sentito parlare di fondi perduti per le aziende, contributi, bandi e “Decreto Sostegni” ma non padroneggi ancora l’argomento e l’opportunità che potrebbe rappresentare per la tua attività? Allora sei decisamente nel posto giusto!
Con questo articolo intendiamo approfondire in modo sintetico e schematico i fondi alle aziende previsti dal decreto e i relativi beneficiari; ricordiamo che il “Decreto Sostegni”, così come appare dal testo in Gazzetta Ufficiale, contiene misure urgenti in materia di sostegno alle imprese e agli operatori economici, di lavoro, salute e servizi territoriali, connesse all’emergenza da COVID-19.
Si tratta di un Decreto legge connesso all’emergenza sanitaria: il nostro auspicio è che – anche grazie a questi fondi – le aziende italiane possano “tornare a respirare”, per continuare a scrivere storie di successo firmate made in Italy!
Bonus contributo a fondo perduto
Ma facciamo qualche passo indietro: il bonus contributo a fondo perduto previsto dal “Decreto Sostegni” si configura come erogazione, da parte dell’Agenzia delle entrate, di due tipologie di bonus. La prima è una somma di denaro, la seconda è la possibilità di utilizzare l’intero importo come credito d’imposta.
Una precisazione sul credito d’imposta: sarà fruibile successivamente a controlli effettuati dall’Agenzia delle entrate: per verificare che tutto sia andato a buon fine occorre consultare l’esito nel portale “Fatture e corrispettivi”.
Contributi a fondo perduto: requisiti per ottenere il bonus
Chi può ottenere il bonus in questione? Tutti i soggetti che svolgono attività d’impresa, arte o professione e di reddito agrario, titolari di partita IVA residenti o stabiliti nel territorio dello Stato. Diverse categorie, tutte toccate dall’evolversi dell’emergenza sanitaria: questo contributo vuole essere come l’ossigeno per le aziende italiane!
I finanziamenti a fondo perduto per le aziende di cui ci occupiamo in questo articolo vedono come contributo massimo 150.000 euro, mentre il contributo minimo ha un ammontare di 1.000 euro per le persone fisiche, 2.000 euro per soggetti diversi da persone fisiche.
Fondamentale, al fine dell’accesso al fondo, assicurarsi che:
- Se titolari di Partita IVA, che sia attiva al 23 marzo 2021;
- i propri ricavi o compensi non abbiano superato i 10 milioni di euro nel 2019;
- il proprio fatturato medio mensile sia stato inferiore almeno del 30% rispetto all’anno 2019.
Come chiedere il contributo a fondo perduto
I potenziali beneficiari saranno impazienti di scoprire come richiedere questi fondi! La domanda va presentata con l’apposita istanza, in via telematica e il contributo sarà erogato sull’IBAN intestato al richiedente o – se il richiedente avrà scelto l’altra possibilità – sarà utilizzato come credito d’imposta.
L’istanza, che verrà presentata tramite il portale Fatture e corrispettivi, dovrà necessariamente contenere:
- il codice fiscale del richiedente e dell’eventuale rappresentante;
- il codice fiscale dell’eventuale intermediario che la presenta;
- i dati contabili relativi alla sussistenza dei requisiti;
- la scelta sulla modalità di fruizione del contributo;
- l’IBAN del conto corrente intestato al soggetto richiedente.
La procedura per calcolare l’importo
Calcolare l’importo del contributo è semplicissimo: coincide con la differenza tra l’importo della media mensile di fatturato e dei corrispettivi dell’anno 2020 e quello del 2019; l’unica potenziale difficoltà sta nelle percentuali previste, che variano al variare dei ricavi:
- 60%, se i ricavi e i compensi dell’anno 2019 sono inferiori o pari a 100.000 euro
- 50%, se i ricavi e i compensi dell’anno 2019 superano i 100.000 euro ma non l’importo di 400.000 euro
- 40%, se i ricavi e i compensi dell’anno 2019 superano i 400.000 euro ma non l’importo di 1.000.000 di euro
- 30%, se i ricavi e i compensi dell’anno 2019 superano 1.000.000 di euro ma non l’importo di 5.000.000 di euro
- 20%, se i ricavi e i compensi dell’anno 2019 superano 5.000.000 di euro ma non l’importo di 10.000.000 di euro.
Le categorie escluse
Non tutti i professionisti e soggetti esercenti attività d’impresa possono – purtroppo – beneficiare del contributo. Chi ha cessato la propria attività prima dell’entrata in vigore del “Decreto sostegni”, o chi ha attivato la partita IVA dopo la data del 23 marzo non potrà infatti avere accesso. La strada è sbarrata anche per gli enti pubblici, gli intermediari finanziari e le società di partecipazione.
Cosa ne pensi di questi incentivi? Sai che sono disposte altre interessanti novità – di natura europea, statale o regionale anche per enti non commerciali e imprenditoria femminile? Se vuoi approfondire l’argomento con noi, contattaci!
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